fbpx

Alberto Culatina

Categories: AIF,Interviste

  


ALBERTO CULATINA


T-Shape Professional & Adaptive Innovator, responsabile Formazione ed Innovazione Fidia Consulting

Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
 
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.

Il sentiero della vita ci porta, nel tempo, a conoscere maggiormente noi stessi. E’ il “Sentiero” che conduce inevitabilmente l’uomo attraverso esperienze, dubbi e decisioni.

La vita, nella sua essenza, ci pone l’obbligo di scegliere un sentiero che sia per ognuno il più giusto, attraverso un lavoro di analisi e di studio interiore, fatica e ricerca, tentando di avvicinarci indefinitivamente alla vera radice del nostro io.
Il sentiero è sempre unico. Non esistono due sentieri identitici. Qualche volta è possibile percorrere parte di un sentiero con altri, ma ricordandoci che ogni sentiero è per sua logica “unico ed individuale” come ogni esperienza vissuta lungo quel sentiero, come la vita di ognuno.
Il sentiero della vita è un percorso indefinito verso la propria consapevolezza, ove non è importante il traguardo raggiunto bensì il modo con il quale lo si è raggiunto.

 
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.

È probabilmente l’unico traguardo a cui si può giungere attraverso il proprio sentiero esistenziale, un percorso non sempre lineare e spesso irto di pericoli ma soprattutto di continui dubbi. Ricordo però che il porsi costantemente in dubbio contraddistingue il carattere fondamentale, di un uomo rinnovato nelle proprie convinzioni. È un atto di volontà e di libero arbitrio.

Il dubbio pone in discussione le proprie opinioni, le proprie convinzioni e permette di mantenere quindi una visione centrata del proprio essere in ogni istante, regalandoci la magica possibilità di guardare al presente con rinnovata curiosità.
Ed è proprio da questo approccio che nasce piano piano un senso di consapevolezza interiore, per cui nulla è assoluto, tutto è in movimento: il lavoro, i successi, gli insuccessi, le persone, le emozioni, il pensiero.

Questa consapevolezza può garantire il raggiungimento di uno stato di equilibrio tra opposti e rende il nostro intelletto sempre più chiaro e disposto a “mettersi in gioco”, permettendo quindi di uscire dalla propria area di confort che, spesso, non permette la crescita ed il miglioramento di noi stessi.

 
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.

Ogni rapporto, ogni legame, ogni esperienza condivisa aiuta l’uomo a percorrere, in taluni momenti, più velocemente il proprio sentiero. Permette di evitare ostacoli e garantisce un confronto costruttivo rispetto al proprio sentiero individuale di ognuno finalizzato al raggiungimento della propria consapevolezza nel mondo.

L’alleanza è un vincolo naturale che lega le persone, e ci mette in condizione di percorrere una parte del nostro sentiero in compagnia di altri individui che hanno i nostri stessi obiettivi in un preciso momento della nostra esistenza e che possono supportare la volontà di comunione.
Le alleanze, e quindi le “unioni”, sono parte integrante di un processo che parte dall’individuo per sfociare nella comprensione del ‘E pluribus unum’ (di tutti, uno) e viceversa. Perché il processo di alleanza è un flusso biunivoco che porta una parte di noi negli atri e una parte degli altri dentro di noi affinché il sentiero che ognuno percorre non sia mai libero da “dubbi”.


 

Torna all’elenco delle interviste