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Elvio Mauri

Categories: AIF,Interviste

ELVIO MAURI

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Amministratore Delegato SPI

L’innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all’interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi?

L’innovazione tecnologica ci sta permettendo di risparmiare tempo e risorse. Oggi all’esigenza di comunicare una cosa a più persone possibili, si affianca quella di dotarsi di una strumentazione in grado di avere i giusti feedback e nel giusto tempo. La fidelizzazione con il cliente sta cambiando radicalmente. Pensiamo ancora per esempio a un Crm strutturato con intelligenza e utilizzato bene come può trasformarsi in un potente strumento, non solo di comunicazione, ma anche di percezione delle esigenze. Ci si struttura rispetto al cliente, alle abitudini, rispetto alla segmentazione del suo posizionamento, e ciò è certamente un valore aggiunto significativo.
Sono cose che incrociano certamente la vita della persona e la vita dell’impresa. Idea che preclude una forma mentis…” cedi un pezzettino della tua sovranità, indipendenza per contribuire a far crescere la dinamica del gruppo…”.
 
Le persone di un team devono trovare un’empatia emotiva per funzionare. Il rischio più grosso sta nel gestire in modo improprio questi mezzi, non favorendo quindi il processo empatico del team. Mi piace ricordare un famoso imprenditore di Busto Arsizio, Enrico dell’Acqua, degli inizi del ‘900, quello che oggi chiameremmo un export manager. Persona che ha saputo incrociare storia e cronaca. Il passaggio importante, lo snodo è chiederci come sia possibile ottenere che tutto il pregresso della mia storia aziendale sia alla base dei miei valori e che questi valori siano evidenti anche all’esterno della mia impresa, ne siano dunque un fondamento visivo in grado di migliorare la mia immagine. L’azienda è luogo di incontro di relazione e di reti. É necessario trasformare le funzioni trasversali in posizioni dove le persone possono dare il 100% di sé. Per fare ciò si tratta di applicare l’intelligenza emotiva.
 
Valorizzare cultura attraverso la valorizzazione della cultura pregressa. Urge una condivisione/metabolizzazione di un passato che deve obbligatoriamente essere declinato all’oggi. All’interno della società di cui sono amministratore, io e un mio collega siamo i più anziani, perché l’età media è sopra i 30 anni. Il mio obiettivo è quello di inserire i giovani cercando di metterli nelle condizioni di fare e di renderli più vicini al loro modo d’essere. Ritorno così al termine empatia come termine etimologico. La condivisone emotiva diventa fondamentale con il collaboratore, con il cliente, con il fornitore, con il collega. L’empatia esiste solo se esistono la gioia e il dolore condivisi. La nostra è una società che tende a mettere in crisi l’autorità precostituita.
 
L’obiettivo è quello di costruire dei processi formativi veri che permettano l’esistenza, l’esplosione della creatività individuale e che vengano premiati con risultati. É con l’esempio che tu riesci a trascinare le tue persone. Non si proclama un leader, sono gli altri a decidere se uno può guidare un gruppo. Dare obiettivi, divertirsi. Divertirsi con altre persone e fare in modo che questi si divertano con te. Da che mondo è mondo i gruppi vincenti sono i gruppi che credono in qualcosa e che sono disposti a vivere la giornata lavorativa non come lavoro e basta ma come esplosione ed espansione della propria personalità.