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Emilia Filosa

Categories: AIF,Interviste

  


EMILIA FILOSA


Vice presidente Delegazione AIF Lazio – Psicologa/Psicoterapeuta – Formatrice – Consulente di Orientamento

Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
 
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.

Come possono le aziende attraverso i loro reparti HR supportare adeguatamente le nostre scelte in una ottica di “incubator” delle attitudini personali, per farci individuare il giusto sentiero? Quali sono gli strumenti che aiutano le persone a trovare i migliori percorsi formativi volti a valorizzare le proprie attitudini e competenze?

Il XXI secolo è caratterizzato da flessibilità del lavoro, instabilità dei mercati, fluidità delle organizzazioni, incertezze e disagio dei lavoratori che si trovano a doversi re-inventare e gestire il proprio percorso professionale.

In tale scenario, cambiano le abilità richieste ai lavoratori e gli stili di vita delle persone e si afferma il concetto di metacompetenza, intesa come capacità dell’individuo di sapersi adattare e orientare al nuovo scenario lavorativo.

Si modificano le concrete modalità di svolgere il proprio lavoro oltre che il modo stesso di intenderlo.
Se in passato stabilità e prevedibilità del sistema lavorativo fornivano continuità e senso all’identità delle persone, oggi la dinamicità e la flessibilità dei mercati favoriscono identità multiple, spesso frammentarie. Il cambiamento diventa parte integrante della vita delle persone e come tale è importante imparare a gestirlo.

Per rispondere adeguatamente alle varie trasformazioni del contesto e ai bisogni emergenti dei lavoratori di riuscire a conciliare i diversi ambiti della propria vita e imparare a delineare il proprio progetto di vita, uno strumento molto valido è l’orientamento narrativo che aiuta le persone a riflettere sui ruoli prioritari che assumono nella loro vita e a costruire la propria identità.
La narrazione è un’occasione importante per autodefinirsi, per chiarire i propri obiettivi, dare un senso alla propria storia professionale. Il racconto della propria storia consente di fare il punto della propria vita, di riappropriarsi delle proprie risorse e di scoprirne di nuove, di promuovere – a vari livelli – l’empowerment delle persone e l’evoluzione del proprio Io.

 
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.

Possono le pratiche di Mindfulness essere un valido aiuto nella consapevolezza dello stato psico-fisico quale fattore fondamentale per il miglioramento della cultura organizzativa aziendale?

Negli ultimi anni si è assistito ad una maggiore attenzione da parte delle aziende all’importanza del benessere del capitale umano, in particolare si è visto che per ridurre lo stress e migliorare la motivazione e la performance dei lavoratori due sono gli aspetti importanti a cui prestare attenzione:
promuovere l’intelligenza emotiva e fornire strategie utili per gestire lo stress, come la mindfulness.

Le emozioni spesso sono lasciate fuori dal luogo di lavoro anche se in realtà le decisioni che vengono prese sono guidate quasi sempre dalle emozioni e dai sentimenti.

Quindi imparare a riconoscere, gestire e comprendere le proprie e altrui emozioni facilita le interazioni e migliora il clima organizzativo.
La meditazione mindfulness invece praticata nei contesti aziendali non solo riduce lo stress ma migliora le dinamiche relazionali all’interno dell’azienda e favorisce la collaborazione e la cooperazione.

 
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.

Quali sono quindi i percorsi formativi che si potranno mettere in pratica per supportare i giovani che entrano nella dimensione organizzativa lavorativa, dove necessariamente si dovranno favorire l’attivazione di atteggiamenti di cooperazione e collaborazione nei rapporti interpersonali e di gruppo, superando le individualità del singolo?

Molte aziende hanno compreso che per migliorare la produttività è necessario costruire team forti che sappiano relazionarsi bene e comunicare efficacemente. In tal ottica, la collaborazione tra colleghi e tra colleghi e superiori diventa una competenza da sviluppare e promuovere all’interno dell’organizzazione.
La cooperazione con gli altri non solo ci arricchisce, ma apre a nuove prospettive e ci permette di raggiungere obiettivi e traguardi spesso inaspettati.


 

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