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Francesca Serri

Categories: AIF,Interviste

FRANCESCA SERRI

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Psychologist trainee in People Management- area formazione presso Credem Banca

Micro e macro interagiscono costantemente generando motivazioni, impegno e partecipazione della persona. Per questi motivi il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre più esperienziale, e il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni.
Quali sono i metodi e gli strumenti a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitivo, organizzazione e persona al fine di arrivare alla giusta comprensione delle dinamiche economiche e industriali, all’uso consapevole della tecnologia e al corretto sviluppo personale?

Chi si occupa di progettare, pianificare ed erogare la formazione nelle aziende di oggi ha a che fare con un compito delicato, poiché deve tenere in debita considerazione molteplici esigenze: in primis quelle dell’organizzazione strategica (che in qualche modo derivano dalla società in cui l’azienda è immersa) e del singolo individuo. Lo sguardo sulle persone (che sono la vera linfa vitale delle imprese) sta giustamente cambiando prospettiva negli ultimi anni. La persona viene vista nella sua complessità ed interezza, sia come lavoratore, sia come madre o padre di famiglia, portatore di precisi valori, credenze, aspettative e, ultimo ma non ultimo, come membro di una squadra. Per questo la formazione dovrebbe declinarsi non solo in corsi che trasmettano conoscenze tecnico-specifiche, ma anche in formazioni sulle abilità comportamentali (come ad esempio il problem-solving o il self-empowerment), che coinvolgano il singolo in ogni sua sfaccettatura. Nel binomio inscindibile organizzazione-persona, un’ adeguata formazione, cucita su misura per l’esigenze del singolo come persona e del gruppo (intese come realtà immerse nello scenario sociale contemporaneo), potrebbe portare ad una migliore integrazione dell’individuo nell’impresa e dell’impresa nella società.

 

La terza rivoluzione industriale, nel 1970, ha segnato la nascita dell’informatica. La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora definita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile identificarne l’atto fondante. La moltiplicazione della complessità è una delle caratteristiche dell’innovazione, per cui di fronte a una tecnologia sempre più amichevole e familiare, ci si confronta con un’incertezza continua che rende complesso identificare il senso e la direzione del cambiamento. Ci avviamo verso un futuro in cui intelligenza artificiale, robotica e persone interagiranno nelle nostre organizzazioni.
In questo contesto quali metodi e strumenti possono essere utilizzati nella formazione professionale per facilitare un inserimento sensato e un uso consapevole di tecnologie abilitanti fondamentali per l’internazionalizzazione e la realizzazione di Industria 4.0?

L’espressione digital divide viene usata da diverse discipline (tra cui la psicologia) per identificare il gap delle capacità di utilizzo delle tecnologie tra i cosiddetti nativi digitali e la generazione precedente, che oggi si trovano a lavorare fianco a fianco. In aggiunta, se da una parte le tecnologie hanno portato innumerevoli vantaggi (tra cui il risparmio di tempo, carta e denaro), sono innegabili gli aspetti negativi di un loro utilizzo smodato e inadeguato (nel lavoro come in famiglia). Queste sono due enormi sfide che l’avvento dell’era digitale pone alla formazione, oltre che ricercare e formare nuovi ruoli con competenze costantemente in evoluzione. Una formazione centrata sulla prevenzione dei rischi che si possono correre se ci si lascia coinvolgere dalla tecnologia totalizzante e l’ occhio attento e non giudicante dei responsabili alle differenti competenze della propria squadra, potrebbe forse dare la giusta risposta. La formazione specialistica sull’uso specifico di novità digitali si dovrebbe accompagnare ad una modalità di introduzione mirata, in coordinamento con la strategia aziendale e le caratteristiche delle singole persone. La diversità è ricchezza. Per questo al contempo, non bisogna sottovalutare o forzare al cambiamento in direzione digitale la mentalità analogica, che potrà sempre portare un contributo positivo inaspettato.


 

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