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Gaetano Fasano

Categories: AIF,Interviste

  


GAETANO FASANO


Ricercatore INAPP

Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
 
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.

Il sentiero di crescita professionale non è segnato come su una mappa, è frutto di un approccio euristico che scaturisce dalla singola esperienza di vita. Esistono certo le attitudini personali che conducono ciascuno verso l’acquisizione di competenze che si avvertono come prossime o necessarie ma tutto è frutto di situazioni e coincidenze legate alle esperienze e alle conoscenze acquisite nel tempo. Nelle aziende più avvedute si sente però la necessità di accompagnare i dipendenti in un percorso di crescita e di valorizzazione delle competenze e questo avviene attraverso processi di valutazione dei singoli sulla base di riscontri periodici, avvalendosi anche delle tecnologie digitali.

Al contempo è importante accrescere e valorizzare anche le competenze trasversali, sempre più necessarie a tutti i livelli. Diventano così rilevanti le tecniche di facilitazione e animazione che rafforzano le capacità di relazionarsi e accrescono le competenze emotive, cioè l’insieme di abilità pratiche (skills) necessarie per l’autoefficacia (self-efficacy) dell’individuo nelle transazioni sociali che suscitano emozioni (emotion-eliciting social transactions). Le competenze personali sono la base di qualsiasi ottimale condizione lavorativa e producono benessere e alta produttività. Si parla della fiducia in se stessi, autocontrollo, fidatezza, coscienziosità, adattabilità, capacità di sentirsi a proprio agio e di avere un atteggiamento aperto di fronte a idee, approcci e informazioni nuovi, impegno, iniziativa e, certo, ottimismo. Non meno rilevanti le competenze sociali che determinano il modo in cui si gestiscono le relazioni con gli altri, comprensione, assistenza, integrazione della diversità.

 
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.

La presa di consapevolezza è parte essenziale del processo di crescita personale e professionale. Ancora una volta la formazione esperienziale diventa strumento utile, unita a percorsi di coaching, couseling e altri assimilabili. Molte aziende, specie multinazionali, hanno introdotto anche le tecniche di meditazione, riconfigurate quindi per i contesti organizzativi. Tra queste varie forme di Yoga e pratiche per favorire buon umore e benessere come lo Yoga della Risata. Certamente utili anche l’introduzione di processi che stimolano l’uso della creatività personale e di gruppo e facilitano quello che Csíkszentmihályi aveva definito flow che porta a uno stato di benessere e di autostima unito a divertimento, tale da trovare soluzioni nuove a vecchi problemi.

 
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.

L’alleanza tra le generazioni è oggi indispensabile per la definizione di nuovi paradigmi in armonia con l’ambiente e i cambiamenti in atto. La comunicazione tra queste è sempre stata la nota dolente con le vecchie generazioni detentrici del potere e portatrici di esigenze e valori consolidati ma, per dirla alla Bauman, solide e scarsamente sensibili alle urgenze del pianeta, e le nuove generazioni più sensibili ai nuovi temi e appartenenti a una società dinamica e multiforme.
È proprio allora la tecnologia il tramite più interessante per una comunicazione efficace tra queste con la realizzazione di pratiche di team playing per la collaborazione e comunicazione intergenerazionale realizzate in modalità blended per favorire il progressivo sviluppo dello smart working come nuovo orizzonte culturale e organizzativo di riferimento.


 

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