LA LEGGE N. 4 DEL 14 GENNAIO 2013

 


Dal 10 febbraio 2013 è in vigore la Legge n. 4 del 14/01/2013, pubblicata in G.U. n. 22 del 26/01/2013, che disciplina le professioni non regolamentate rivolte ad attività di prestazione di servizi a favore di terzi ed esercitate prevalentemente mediante lavoro intellettuale.
Con la legge 4/2013 tali professioni diventano “professioni non organizzate in ordini e collegi”, assegnando riconoscimento e visibilità a un ampio complesso di tipologie e dove le forme aggregate (associazioni) in futuro svolgeranno sempre di più un ruolo essenziale nell’organizzazione e nello sviluppo economico nazionale del lavoro professionale.
Le professioni organizzate in associazioni vengono recepite e responsabilizzate, a garanzia della qualità delle prestazioni e della consapevolezza di come si avvii una sfida per la crescita delle competenze, dei singoli professionisti e delle stesse associazioni che potranno, al fine di tutelare clienti o consumatori e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali:
• promuovere forme di garanzia a tutela del cliente tra cui l’attivazione di uno sportello per il cittadino/consumatore, indispensabile per acquisire informazioni sugli iscritti o di riferimento in caso di contenzioso con professionisti.
• rilasciare agli associati attestazioni su molteplici aspetti e promuovere la costituzione di organismi di certificazione per la conformità di figure e prestazioni alle norme tecniche UNI di riferimento.
La norma prevede due diverse modalità per qualificare o certificare le professionalità.
 
Autoregolamentazione volontaria individuale
I soggetti interessati concorrono alla preparazione di una Norma UNI, in accordo con i principi propri della normazione volontaria (imparzialità, rappresentatività e consenso) e allo schema EQF. Successivamente, gli Organismi di Certificazione accreditati da ACCREDIA (Ente Nazionale di Accreditamento) possono rilasciare, su richiesta del singolo professionista (anche non iscritto ad alcuna associazione) il certificato di conformità alla Norma Tecnica UNI definita per quella professione e dove sono inclusi anche i requisiti di adeguamento permanente

Attestazione da parte delle Associazioni Professionali
Le Associazioni Professionali rilasciano ai propri iscritti, sotto la responsabilità del rappresentante legale e previa verifica, un’attestazione relativa a:
• regolare iscrizione all’associazione del professionista;
• requisiti necessari alla partecipazione all’associazione stessa;
• standard qualitativi e di qualificazione professionale seguiti dagli iscritti per esercitare l’attività e poter rimanere nell’associazione;
• garanzie fornite dall’associazione al cliente/consumatore;
• eventuale possesso di polizza assicurativa del professionista per la responsabilità professionale.
 
Le due modalità delineate, non rappresentano la prerogativa necessaria per esercitare la professione. Infatti, chi non è iscritto ad alcuna associazione professionale può continuare a svolgere la propria attività come prima. Viceversa, se sceglie di iscriversi a un’associazione, deve accettare di sottoporsi a una serie di obblighi e verifiche orientati a garantire la qualità della prestazione e la tutela del cliente/consumatore.
La legge presume che i professionisti vogliano “capitalizzare” la professione in un contrassegno di qualità o che siano i clienti stessi a pretenderlo. In ogni caso l’intento è quello di migliorare i servizi e impedire le discrepanze.
 
 
IL PUNTO DI VISTA DI AIF
AIF, consapevole dell’importanza del proprio ruolo, conferma il suo impegno al servizio dei propri soci assumendosi la responsabilità di provvedere alla qualità dei propri associati, rimettendosi al giudizio e al controllo del Ministero dello Sviluppo Economico.
AIF, inoltre, si impegna a rispettare e a valorizzare le differenze (della persona, tra persone, tra contesti), riconoscendo la pluralità delle formazioni e la sempre più ampia diversità di approcci, metodologie, tipologie e contenuti, all’interno dei sistemi in cui la persona stessa si esprime (organizzativi, sociali e culturali).
La Presidenza AIF ha istituito un Gruppo di Lavoro con il compito di elaborare e proporre le necessarie modifiche statutarie, organizzative e i nuovi criteri di validazione, certificazione e formazione delle competenze dei formatori uniformate alla norma.
Ecco i passaggi previsti:
1. la revisione dello Statuto*, del Regolamento Organizzativo e del Codice Deontologico;
2. la predisposizione dei requisiti minimi per l’iscrizione in qualità di socio/a ordinario/a dei criteri e delle modalità di riscontro (prove) per comprovarne l’effettivo possesso;
3. l’elaborazione di un percorso AIF di aggiornamento e mantenimento delle competenze del socio ordinario e le modalità del loro riconoscimento;
4. la realizzazione di un modello di qualificazione AIF che comprenda i requisiti di accesso, i criteri e le modalità di riscontro e le modalità di gestione e aggiornamento;
5. la costruzione del relativo data base di gestione di AIF-Associazione Professionale per uso pubblico e interno (parte riservata).
 
Lungo tutto il processo di ridefinizione e ricomposizione originato da legge 4/2013, nel rispetto del nuovo ruolo associativo, AIF farà attenzione a questi 5 principi essenziali:
1. Realizzare un opportuno sistema di apprendimento permanente attuando efficaci strategie di sviluppo delle competenze del formatore in funzione del quadro nazionale ed europeo (EQF) delle qualifiche e preparando percorsi di apprendimento adeguati e flessibili.
2. Migliorare la qualità e l’efficacia della formazione permettendo a ogni formatore di acquisire competenze fondamentali in chiave europea e sviluppando, a tutti i livelli e per tutte le condizioni professionali, l’eccellenza e il valore della formazione.
3. Sostenere la motivazione alla cittadinanza attiva consentendo a ogni formatore di poter acquisire e sviluppare le competenze chiave per favorire un’appropriata formazione per il dialogo interculturale.
4. Favorire la creatività e l’innovazione facilitando, tra i formatori, l’acquisizione di competenze trasversali che garantiscano il valido funzionamento del triangolo della conoscenza (formazione-ricerca-innovazione).
5. Garantire la partecipazione sociale promuovendo la cooperazione tra mondo delle professioni formative, imprese e loro forme associative, altre parti interessate e la stessa società civile, a sostegno di comunità di apprendimento più ampie e poliedriche.


 
 

* La revisione dello Statuto ha impegnato una Commissione promossa da Enzo Spaltro, coordinata da Alessandro Cafiero e composta da Renato Bisceglie, Antonello Calvaruso, Felicia D’Anna, Myriam Ines Giangiacomo, Giuseppe Mandarano, Giuseppe Romaniello, Rita Steffenoni