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Marco Colombo

Categories: AIF,Interviste

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MARCO COLOMBO

HR Manager presso Attiila

Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?

La formazione è fondamentale per rendere le persone consapevoli delle loro competenze e per stimolarli a migliorare se stessi e la loro employability. In questo senso persone più consapevole delle loro competenze permettono alle aziende di impostare obiettivi e piani in linea con le reali potenzialità di chi li deve raggiungere aiutando le persone ad uscire dalla zona di confort per affrontare meglio le sfide e la complessità del mercato attuale. Oltre a questo piani di formazione strutturati che puntano al miglioramento continuo attraggono i “Talenti” che sono sempre più attenti al contesto generale delle aziende.

 

Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?

Ad oggi la formazione è ancora molto legata all’aula, che rimane la tipologia più efficace soprattutto per alcune tipologie di formazione; tuttavia sempre più spesso stiamo utilizzando sistemi online per dare ai fruitori maggiore flessibilità su quando ricevere la formazione e quanto tempo dedicare, con la costituzione di materiali di formazione modulari che possano essere fruiti anche in moduli da soli 15 minuti in alcuni casi le sessioni di formazione possono mescolare entrambi gli ingredienti per migliorare l’efficacia e la semplicità di fruizione nonché, una volta realizzata la macchina anche i costi.

 

La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano. Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?

A disposizione dei formatori ci sono oggi moltissime pratiche che aumentano l’efficacia della formazione, sia per le attività in aula sia per i corsi online.
Tuttavia il principale motore dell’apprendimento resta la motivazione della persona che riceve la formazione. Quindi direi che l’unica pratica veramente necessaria al formatore è quella di dare una visione alle persone e capire cosa li ha spinti a partecipare al corso e quali sono le motivazioni per cui lo seguono. Non credo si debba lasciare ai formatori la responsabilità della crescita delle persone. I formatori devono dimostrare la loro preparazione e qualità fornendo materiali esplicativi, anche per eventuali approfondimenti e, soprattutto, indicazioni concrete e applicabili nel quotidiano.


 

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