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Nicola Cocco

Categories: AIF,Interviste

NICOLA COCCO

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Psicologo Clinico e dello Sviluppo, Psicologo del Lavoro, HR Specialist, Europrogettista

L’innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all’interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi? e quali?
La società non può rimanere indifferente al continuo progresso tecnologico e ancor più al fatto che tutti i sistemi di nuova generazione influenzino i modi di comunicare e relazionarsi. Questo ci mette di fronte a lunghe riflessioni condizionandoci e obbligandoci a un continuo cambiamento ed adattamento nell’agire e nel trasformare i modi di interfacciarsi in ambito lavorativo e sociale.
In azienda ormai non si può fare a meno della tecnologia, tutto è supportato e agevolato da essa, la formazione utilizza metodi sempre più interattivi e strumenti che consentono di relazionarsi in tempo reale anche a distanze considerevoli migliorando la qualità dell’offerta formativa e trasformando i modi di interagire e relazionarsi. L’individuo messo di fronte ad un contesto sempre più digitalizzato deve mettersi in discussione, affrontare trasformazioni interiori e forzare resistenze che ostacolano il cambiamento. Formare le persone vuol dire prepararle ad affrontare il loro lavoro da protagonista nonostante la tecnologia, rendendole consapevoli che il supporto digitale è un’opportunità per migliorare non solo le relazioni lavorative ma anche sociali. Se riusciremo a preparare delle persone ad accettare il cambiamento in modo positivo potremmo avvalerci di collaboratori che ci supportano nel progetto aziendale con entusiasmo.

 

I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di imparare prospettando nuove forme di vita, cioè entità sensienti di cui non possiamo prevedere, né tanto meno guidare, lo sviluppo. Come questo processo di rapido sviluppo tecnologico, che riguarda la produzione dell’intelligenza collettiva si può legare a etica e valorizzazione della cultura nei processi organizzativi aziendali? In che modo la formazione può supportare la persona affinché possa contribuire all’innovazione senza subirla passivamente?
Il processo di condivisione e ampliamento dell’intelligenza collettiva affinché riesca, deve accettare all’interno della vita sociale e lavorativa dell’individuo l’evolversi della tecnologia e l’inserimento delle intelligenze artificiali, questo non è un compito semplice in quanto si ha a che fare con persone di diverso livello di maturità interiore che possono accettare oppure sentirsi minacciati da questi nuovi strumenti nel proprio ruolo. La creazione di entità sensienti capaci di programmare lo sviluppo porta con sé diversi problemi etici i quali richiedono un periodo di preparazione sia da un punto di vista culturale che di accettazione sociale. Potremmo interrogarci se queste intelligenze robotiche siano in grado di interfacciarsi in modo appropriato con le emozioni delle persone, se riescano a sviluppare un pensiero morale oppure provare empatia, ci chiederemo come queste tecnologie cosi avanzate possano passare da un problem solving operativo ad uno complesso rispettando le diversità degli ambienti e gli usi e costumi della società. Tutto ciò porta in ambito lavorativo e aziendale grosse necessità di cambiamento soprattutto in ambito formativo delle risorse umane, le persone che lavorano quotidianamente con sistemi tecnologicamente avanzati come sistemi di automazione e non solo, dovrebbero sentirsi pronte ad accettare l’inserimento nella propria vita lavorativa macchine che sorpassino le capacità intellettuali degli esseri umani e inoltre far sì che ogni lavoratore mantenga la leadership del proprio ruolo sempre pronti a riconoscere la validità delle proprie competenze garantendogli sempre una buona autostima e una elevata motivazione al lavoro.

 

Ieri hai detto domani. Oggi i giovani sono il futuro della nostra società, la crisi e la scarsità di investimenti rischiano di contrapporre la dimensione personale della realizzazione del sé a quella della competitività delle imprese e dei territori. In che maniera la formazione potrà far conciliare questi due estremi enfatizzando i valori strategici dell’impresa con la valorizzazione della persona nella sua essenza? In che modo la formazione può costruire una situazione ideale in azienda generando entusiasmo e partecipazione?
La realtà lavorativa in cui operiamo è di fronte ad un cambiamento continuo dove le risorse individuali e aziendali devono essere continuamente implementate, all’interno di questo processo i giovani si ritrovano nella condizione di ritagliarsi uno spazio lavorativo in una cultura aziendale che si oppone con tante resistenze all’inserimento delle nuove generazioni in quanto le nuove idee modificano quegli equilibri aziendali ormai strutturati.
I giovani sono quindi in una condizione di forte conflitto dove da una parte c’è la necessita di dover lavorare per poter diventare autonomi, dall’altra c’è la realizzazione dei propri sogni e aspettative che quasi sempre non vengono prese in considerazione provocando un forte senso di frustrazione, infatti alla base della motivazione al lavoro c’è il rispetto delle aspirazioni e inclinazioni personali.
La formazione può offrire in questo senso un grosso contributo alla crescita e allo sviluppo interiore delle persone, aiutandole a superare quelli che sono i limiti di consapevolezza e crescita personale per arrivare a sviluppare una coscienza di se e del Sè. Raggiungere la consapevolezza degli stati interiori vuol dire avere padronanza dei propri comportamenti nelle relazioni, aspettative, e ambizioni mantenendo alto il livello motivazionale e partecipativo in qualsiasi percorso si intraprenda.


 

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