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Pasquale Incarnato

Categories: AIF,Interviste

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PASQUALE INCARNATO

Formatore Strategy Design

Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?

Continuo a ripetere ai colleghi e soprattutto a me stesso che fare formazione ci ha dato una possibilità, la stessa che dovrebbero avere tutti: aver consapevolezza delle proprie capacità. Vi chiederete cosa significhi tutto ciò. È semplice, tutto sommato: puoi essere un tecnico, un genio, ma se non sai apprezzare te stesso queste qualità non riuscirai mai ad esternarle. Ecco perché penso che il primo fattore focale da insegnare, come provo a fare sin dal mio primo giorno, sia la determinazione ed il prendere coscienza di quanto si sappia già fare e di quel che sarà. Quindi, consapevolezza e dinamicità sono la ricetta vincente per riuscire ad affrontare le nuove sfide che la società contemporanea di pone dinanzi.
Le persone prima, le cose dopo. Il mio mantra.

 

Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?

Bhe, qui, con me sfonda una porta aperta. Io gioco in casa. Da professionista del digitale trovo ben poca difficoltà ad impartire know how del settore grazie, per l’appunto, agli strumenti stessi che metto a disposizione quando faccio formazione. Trattato un argomento, cerco, nei limiti del mezzo, di far sì che si utilizzi lo stesso per scambiarci informazioni, dubbi, perplessità e tanto altro. Così, si passa dalla teoria alla pratica, subito. O, più banalmente, dalla pratica alla pratica. Ed io stesso sono in continua fase di sperimentazione affinché la digitalizzazioni giovi il rapporto formatore/alunno e abbia delle basi edificanti per l’immediato futuro.

 

La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano.Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?

Conoscete tutti, a quanto pare, il film ‘Serendipity’? Battute a parte, sono uno dei più grandi fan dell’innovazione in tutte le sue sfaccettature. Ecco perché penso che solo attraverso questa si possa si possa puntare alla crescita dell’individuo. Mi spiego meglio:

Ho sempre sostenuto che i soggetti possono essere così suddivisi: quelli che vivono l’ordinario, in modo brillante o meno; e gli innovatori. Ovvero coloro che vedono dello straordinario nell’ordinario. Da un’esperienza riescono a fornire una visione diversa del normale. Sono coloro che mangiano pane, prospettive e passione. Il formatore dovrebbe, secondo me, essere un innovatore. Bisogna cercare di dare un’alternativa, attraverso le proprie doti di osservare il mondo con occhi diversi. E sarà il destinatario della lezione e motivare l’essenza di tutto ciò. Se è predisposto all’ascolto e alla crescita.


 

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