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Teresa Burzigotti

Categories: AIF,Interviste

TERESA BURZIGOTTI

burzigotti teresa
professional coach and trainer, fondatrice della Otto Deit Akademie

L’innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all’interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi? e quali?
La tecnologia è una gran cosa! Se penso che in un pomeriggio riesco a produrre documenti che avrebbero richiesto una settimana di lavoro a due persone, a connettermi con l’altra parte del mondo per una sessione di coaching su skype, a rispondere con una e-mail in tempo reale, a mandare un unico messaggio che raggiunge migliaia di persone, a fare formazione online, beh insomma una vera rivoluzione. C’è tuttavia un principio in cui credo fermamente: “tutti gli strumenti sono al servizio dello sviluppo e della crescita dell’essere umano”. Infatti in quanto tali sono superati dalla costante ricerca e dal progresso e pertanto non potranno mai costituire una realtà assoluta in cui credere.
I valori invece, quelli sì che creano consapevolezza, innalzando gli obiettivi su livelli elevati.
Recentemente sono stata a un congresso per trainer e coach ad Amburgo in cui è stato presentato un nuovo software che legge la voce e fornisce informazioni sullo stato psicologico della persona sottoposta al test. L’idea di utilizzarlo come primo approccio alla selezione del personale desta perplessità ed entusiasmo al contempo. È certo che in questo come in altri casi la discussione etica diventa centrale. E questo è un bene!
Pertanto, sì, se la tecnologia è un motivo per accendere dibattiti su temi di questa portata e per creare consapevolezza credo che il cambiamento avrà uno sviluppo positivo.
Il cambiamento più importante che dovrà affrontare la formazione sarà di restituire maggior spazio e libertà alla creatività come espressione della consapevolezza emozionale.
L’aspetto positivo di questo cambiamento sarà proprio di rimanere i creatori e i protagonisti dei processi. La tecnologia, anche se interattiva ha una creatività guidata, incanalata, recintata dalla programmazione e per quante risposte possa dare un software è sempre meno creativo di un cervello, ha minori risposte intuitive e pertanto non può diventare mai il creatore assoluto: rimane un prodotto della creazione.

 

I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di imparare prospettando nuove forme di vita, cioè entità sensienti di cui non possiamo prevedere, né tanto meno guidare, lo sviluppo. Come questo processo di rapido sviluppo tecnologico, che riguarda la produzione dell’intelligenza collettiva si può legare a etica e valorizzazione della cultura nei processi organizzativi aziendali? In che modo la formazione può supportare la persona affinché possa contribuire all’innovazione senza subirla passivamente?
In merito a questo, circa un anno fa un gruppo di scienziati, fra cui Stephen Hawking, firmarono una lettera per segnalare i rischi della creazione di “un’entità in grado di ridisegnare se stessa a un ritmo sempre crescente” che potrebbe mettere in pericolo la vita degli esseri umani, se diventasse ingovernabile. Ray Kurzweil, il direttore del reparto d’ingegneria di Google, mostrò diverso parere sostenendo che l’evoluzione tecnologica solleverà l’essere umano da malattie e fatiche.
Credo che lo sviluppo di un essere “sensiente” significhi comunque creare un essere capace di auto riflessione e di capacità di creare sistemi di valori propri. E questo sarà un percorso complicato poiché se l’intelligenza artificiale è funzionale ai processi di lavoro deve esser progettata con un obiettivo e se si rigenera sulla base del suo obiettivo è di per se limitata.
Credo anche che chi saprà cavalcare il cambiamento vincerà la sfida, e anche questo non sarà del tutto semplice.
Nei processi e nelle organizzazioni aziendali è sano lavorare sempre nella direzione del vantaggio e dello sviluppo della persona. Questa rivoluzione avrà un senso globale se sarà al servizio dell’umanità e così dovrebbe essere vissuta e sostenuta. Sarà utile affiancare l’innovazione con informazione, cultura e consapevolezza e processi a tutela della persona e della sua funzione e ruolo. Questo sicuramente richiederà la nascita di una nuova cultura aziendale e si dovrà lavorare affinché le persone siano in grado di elaborare un cambiamento così epocale da un punto di vista mentale ed emozionale, gestionale e organizzativo. Anche qui attribuisco un grande valore al ruolo del cervello creativo.

 

Ieri hai detto domani. Oggi i giovani sono il futuro della nostra società, la crisi e la scarsità di investimenti rischiano di contrapporre la dimensione personale della realizzazione del sé a quella della competitività delle imprese e dei territori. In che maniera la formazione potrà far conciliare questi due estremi enfatizzando i valori strategici dell’impresa con la valorizzazione della persona nella sua essenza? In che modo la formazione può costruire una situazione ideale in azienda generando entusiasmo e partecipazione?
L’aspetto più negativo della profonda crisi del nostro Paese è proprio che ha tolto a molti giovani i sogni. I valori che la società stessa ha portato avanti per tanto tempo improvvisamente non contano più e valori da sostituire sono deboli e incerti. Tuttavia intanto stanno nascendo e diffondendosi anche nuove realtà, nuove imprese innovative, giovani che ragionano su ambiti nuovi, come lo scambio, la connessione, la ricerca della tradizione all’interno dell’innovazione, la salute, l’ambiente e il territorio, l’informazione.
Anche qui lo sguardo positivo è importante e anche qui ritorna l’importanza del ruolo del cervello creativo. Non esiste l’impresa senza la persona.
La formazione ha il compito di promuovere valori etici e di connessione come per esempio società, cultura, arte, ambiente, salute e sviluppo. La persona nella sua essenza è fatta di connessioni, tutto il nostro corpo, la nostra mente, i nostri sensi sono sistemi interconnessi. Le strategie che non rispettano la persona e le sue connessioni con l’ambiente finiscono in un danno, maggiore del guadagno. Le sinergie e l’integrazione vincono sempre e ovunque.
In definitiva tutte le scoperte e le innovazioni possono avere un utilizzo positivo e negativo per l’essere umano, per questo nei grandi cambiamenti, è ancor di più importante enfatizzare i sistemi di valori umani insieme a quelli strategici d’impresa. Questo avviene quando nello sviluppo della strategia d’impresa si pongono obiettivi che comprendano anche l’espansione della cultura della consapevolezza e l’evoluzione della mente di fronte a nuove circostanze e alle future sfide. E qui la formazione ha un grande compito, quello di attingere a energie corrispondenti alle qualità creative delle persone, permettendo loro di essere molto di più che il loro ruolo e di promuovere un’attitudine rigenerativa per una visione positiva del domani.


 

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