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Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.
Il lavoro che faccio ha l’obiettivo di cambiare la visione che le persone hanno, non tanto dei massimi sistemi, ma di quel minuscolo immenso sistema rappresentato dall’essere umano e dalle sue relazioni.
Sono convinta che quando riusciamo a cambiare un solo frammento di queste relazioni, tutte le dinamiche correlate si smuovono. Le grandi evoluzioni e rivoluzioni nelle aziende e nel mondo degli affari nascono da un pensiero diverso che si affaccia a illuminare una mente con luce nuova.
Stiamo affrontando un periodo di particolare emergenza in cui le aziende e le persone che le guidano hanno bisogno di lucidità, chiarezza di visione e lungimiranza. In questo momento è necessario trovare il coraggio di percorrere sentieri mai calpestati un po’ come fa l’“esploratore”: il cavallo che nel branco si occupa di andare alla ricerca di nuovi pascoli, aprendo nuove vie da percorrere. E’ solo grazie a questo sforzo che potrà condurre i suoi pari verso nuovi pascoli e garantire la prosperità della sua specie.
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
Grazie alla loro straordinaria sensibilità i cavalli sono capaci di leggerti dentro e, proprio come davanti a uno specchio, di mostrarti come tu sei realmente, senza maschere o pregiudizi.
Con il cavallo non si applica la dicotomia giusto-sbagliato, buono-cattivo, bene-male; semplicemente accade ciò che deve accadere, si è ciò che si è. Da questa consapevolezza si apprendono frammenti di saggezza sul proprio comportamento e si può stabilire se esso sia funzionale o meno al raggiungimento degli obiettivi personali e professionali. Il cavallo ti mostra dove ti trovi, senza possibilità di equivoco. Da lì può cominciare la trasformazione.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.
La sopravvivenza del cavallo dipende dalla sua capacità di vivere il momento presente, di adattarsi all’ambiente e di effettuare rapide e precise valutazioni sulle opportunità e minacce del contesto in cui vive.
Al pari di un’azienda, un branco di cavalli agisce come un’organizzazione sociale, dove esistono ruoli, compiti e responsabilità dai quali dipende l’esistenza stessa del branco. Per questo scopo ogni singolo elemento mette al servizio della comunità il proprio naturale talento per il benessere collettivo. Grazie a questa preziosa alleanza i cavalli in cinquantamila anni si sono evoluti senza estinguersi e io pensiamo che siano un modello da tenere in considerazione.
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.