fbpx

Viviana Olivieri

Categories: AIF,Interviste

VIVIANA OLIVIERI

olivieri-viviana150

Coordinatore Scientifico e Organizzativo Stage Azienda /Università
Responsabile Scientifico Personalizzazione Cure
Progettazione e Accreditamento E.C.M.
Azienda Ospedaliero Universitaria Integrata Verona

Micro e macro interagiscono costantemente generando motivazioni, impegno e partecipazione della persona. Per questi motivi il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre più esperienziale, e il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni.
Quali sono i metodi e gli strumenti a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitivo, organizzazione e persona al fine di arrivare alla giusta comprensione delle dinamiche economiche e industriali, all’uso consapevole della tecnologia e al corretto sviluppo personale?

Sono d’accordo con Olivetti, l’uomo e l’ambiente sono in omeostasi, è un equilibrio perfetto, che dobbiamo sempre cercare di mantenere. Questo non significa che a volte prevalga l’uno o l’altra ma la ricerca deve sempre esserci. Se ne sono occupate tutte le scienze, dalla letteratura alla filosofia alla matematica, ma noi appartenenti alla specie umana siamo ancora ignoranti, nel senso che nonostante lo diciamo, non lo mettiamo in pratica.

Io mi occupo di formazione in sanità e l’equilibrio in questo contesto specifico è legato al fatto che:
– i professionisti della salute sono responsabili della propria felicità (obiettivi, passione, investimento economico, sociale ecc) nella relazione con il paziente, il parente e la propria organizzazione sanitaria, nel dualismo operatore sanitario/organizzazione;

– i pazienti hanno il diritto costituzionale di essere presi in carico globalmente (intendendo con questo che l’accoglimento riguarda anche la propria storia individuale, le proprie emozioni) e questa è una responsabilità, un equilibrio tra paziente/professionisti della salute/comunità sociale/legislativa/politica.

In AOUI Verona, da molti anni ci occupiamo di personalizzazione delle cure ovvero mettere la persona (con i suoi bisogni globali, la sua storia individuale) al centro dell’assistenza. Cerchiamo di mettere al centro anche l’operatore sanitario che svolge quotidianamente una attività “a braccetto” con patologie gravi, decessi, sofferenza. Questo perché l’operatore possa prendersi carico al meglio del paziente e sia protagonista delle proprie emozioni.


 

Torna all’elenco delle interviste