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Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.
La parola “sentiero” è una parola che mi piace moltissimo…, innanzitutto perché evoca la natura, ma non solo per questo. Nel nostro mestiere il “sentiero”, cioè la strada, il percorso è un “oggetto” che incontriamo quotidianamente. In modo particolare rispetto al sentiero mi incuriosisce molto l’espressione inglese… “going through”; che loro non traducono semplicemente con “passare attraverso”, hanno una sfumatura che vira più sull’”arrivare”: è un concetto fantastico perché per arrivare ovunque devi essere necessariamente “passato attraverso” qualche cosa, che magari non è stato sempre semplice o piacevole. Però è proprio il “passare attraverso il sentiero” che ti consente poi di sbarcare in un altro lido. Per questo mi piace molto.
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
La “consapevolezza” è un tema a me molto caro, dato che sono psicologo e mi occupo di psicologia del lavoro. L’aspetto che mi intriga di più della consapevolezza è quanto le persone, nello svolgere il loro mestiere e le loro attività, nello sforzarsi tutti i giorni di raggiungere degli obiettivi, osservino sé stesse; quanto, senza accezione egoistica, riescano ad osservarsi.
Questo è un concetto che in psicologia ha una grande eco e in quest’epoca trovo particolarmente utile applicarlo alla scuola, perché i ragazzi di oggi hanno spesso una difficoltà nell’”identità professionale”; hanno difficoltà a tradurre le conoscenze che hanno acquisito a scuola in consapevolezza di sé come professionisti e come lavoratori. Quindi il lavoro sulla consapevolezza è un lavoro estremante complesso, ricco, necessario ed è “la sfida” di quest’epoca.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.
La mia storia si basa sull’alleanza, perché quando ho deciso di abbandonare la sicurezza del posto fisso per tradurmi verso l’imprenditoria, essendo psicologo, ho incominciato a immaginare il mio mestiere in una versione più imprenditoriale e mi sono alleato con altri “pazzi” come me.
Se non avessi avuto modo di incontrare nel mio percorso altri psicologi (ma non solo) che avevano lo stesso sentore, lo stesso sentimento, probabilmente Elidea Psicologi Associati non sarebbe nata o, quanto meno, non sarebbe arrivata ad essere la realtà che è oggi. L’alleanza è proprio il cardine di quello che vivo quotidianamente nel mio mestiere assieme a tutti i miei colleghi, che continuo a ringraziare per i loro sforzi e la loro passione…!
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
Questo è un concetto che in psicologia ha una grande eco e in quest’epoca trovo particolarmente utile applicarlo alla scuola, perché i ragazzi di oggi hanno spesso una difficoltà nell’”identità professionale”; hanno difficoltà a tradurre le conoscenze che hanno acquisito a scuola in consapevolezza di sé come professionisti e come lavoratori. Quindi il lavoro sulla consapevolezza è un lavoro estremante complesso, ricco, necessario ed è “la sfida” di quest’epoca.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.
Se non avessi avuto modo di incontrare nel mio percorso altri psicologi (ma non solo) che avevano lo stesso sentore, lo stesso sentimento, probabilmente Elidea Psicologi Associati non sarebbe nata o, quanto meno, non sarebbe arrivata ad essere la realtà che è oggi. L’alleanza è proprio il cardine di quello che vivo quotidianamente nel mio mestiere assieme a tutti i miei colleghi, che continuo a ringraziare per i loro sforzi e la loro passione…!