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Bruna Ferrarese

Categories: AIF,Interviste

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BRUNA FERRARESE

Consulente senior gestione Risorse Umane, Formazione manageriale e Coaching
Sviluppo competenze emotive e relazionali, Personal Well-being
Autore per Franco Angeli Editore, Edizioni la Meridiana, Bruno Editore
Laughter Yoga Teacher e Laughter International Ambassador
DiSC Facilitator for Coaching and Recruitment

Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?

Ritengo che nello scenario attuale, caratterizzato da cambiamenti repentini e spesso radicali, le persone debbano allenare soprattutto due competenze trasversali a qualsiasi attività lavorativa e personale. La prima la sintetizzo nel concetto “imparare ad imparare” e la seconda riguarda la cura del proprio “sviluppo personale”.
L’esperienza, in oltre 30 anni di formazione, mi ha fatto constatare come importanti progetti aziendali perdessero quasi tutta la loro efficacia perché rivolti a persone che non riuscivano a mettersi in gioco attraverso l’apprendimento, che è alla base della crescita e dell’evoluzione personale.
Il collega Fabio Zancanella – con il quale condivido il progetto HappyGoals, ovvero il metodo per trasformare obiettivi in risultati felici – ha coniato una definizione che ho fatto mia: il primo obiettivo sei Tu.
È per questa ragione che da una decina d’anni sviluppo le mie proposte formative, utilizzando metodologie che privilegiano un lavoro profondo sull’individuo, sul suo equilibrio emotivo e sulla motivazione ad intraprendere e mantenere attivo un percorso costante di crescita che crea le condizioni per stare con positività nel flusso di qualunque sfida.

 

Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?

Dando per scontata la necessità di una alfabetizzazione tecnologica, tuttora secondo me piuttosto carente, e ritenendo che la formazione si debba incentrare sullo sviluppo delle capacità creative e proattive delle persone, le tecnologie possono offrire soluzioni per creare in aula straordinarie condizioni esperienziali. Penso, ad esempio, all’uso integrato di strumenti audio e video ma anche ad altri metodi in grado di far vivere esperienze, anche sensoriali, per trasformare l’aula in un laboratorio interattivo.
Ma, soprattutto, ritengo che per confrontarsi senza soccombere con la velocità e sovrabbondanza di dati di cui disponiamo, la strategia più efficace sia l’incremento di quella che Daniel Lumera chiama “Intelligenza Spirituale”.
Una forma antica di intelligenza che si incentra sull’armonia e qualità della nostra interiorità e che ci permette – insieme all’Intelligenza Emotiva, Sociale e Creativa – di interagire positivamente con il mondo intorno a noi.
La qualità del nostro pensiero e la coscienza di essere causa delle situazioni sono le condizioni per utilizzare le enormi potenzialità disponibili, senza diventare fast data consumers inefficienti o vittime della velocità e, a volte, superficialità delle informazioni.

 

La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano. Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?

John Hagel III, co-presidente del Deloitte Center for the Edge in Silicon Valley, ha affermato nel corso di un convegno sul futuro del lavoro (Milano, 2017) che l’alternativa alle hard skills – destinate ad essere in breve obsolete – sono le capacità trasversali come curiosità, creatività e immaginazione.
Sono le competenze che aiutano le persone a trovare nuove idee e approcci per identificare nuove opportunità e che sono praticamente impossibili da automatizzare.
Inoltre, la strategia evolutiva del pianeta – già dimostrata dai successi a livello mondiale di aziende come Amazon o Facebook, che prosperano senza produrre nulla direttamente – è la interconnessione che lega gli esseri umani in un network planetario.
Utilizzare le tecnologie e i social network in modo consapevole, imparare a dare il giusto valore al tempo, al denaro e alle relazioni interpersonali, adottare pratiche di benessere come la meditazione mindfulness, insieme a curiosità, creatività e immaginazione possono essere gli stimoli che il formatore può trasmettere per favorire una crescita armoniosa della persona e la realizzazione di condizioni felici di vita e di lavoro.


 

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