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Bruno Gallantina

Categories: AIF,Interviste

  


BRUNO GALLANTINA


Eckstein, Formatore, membro del direttivo piemontese AIF

Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
 
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.

Sentiero. Se devo pensare al mio sentiero e stato un sentiero – e lo e ancora – non rettilineo. Ho scelto le risorse umane anche se da una parte ho dovuto e potuto e voluto fare dei cambiamenti a quello che è stato il mio focus. Se devo pensare al sentiero rispondo “non rettilineità”. È una caratteristica dolorosa e spesso faticosa ma ricca di possibilità che nascono continuamente perché si esplorano nuovi spazi e nuovi parti dello spazio degli stati possibili, come direbbe un ingegnere.
 
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.

La cosa è direttamente collegata alla seconda parola: consapevolezza. Come formatori nelle risorse umane dobbiamo essere consapevoli, non possiamo permetterci di prendere una cosa già fatta per qualcuno e copiarla e incollarla per qualcun altro. Occorre essere sempre coscienti di quello che dobbiamo fare e di chi abbiamo davanti e quali sono le necessità. La formazione deve essere sempre tailor made e questa è una delle cose più belle del lavoro che facciamo.
 
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.

Per quello che riguarda l’alleanza in particolare tra le diverse generazioni credo che sia un fatto ancora molto aperto: non condivido a tutta prima quello che è l’entusiasmo direi l’ottimismo di molti verso questi ultimi movimenti giovanili. Voglio prima vedere le persone che pagano di tasca propria. Voglio vedere i giovani che sanno rinunciare a qualcosa e voglio vedere che lo fanno in massa, non pochi attivisti, che ci sono sempre in ogni generazione e che sono molto spesso da premiare. Quando vedrò i giovani – magari insieme a noi – rinunciare in massa a qualcosa e farlo in nome di una etica che porta alla salvaguardia dell’ambiente, all’ecologismo e ad una maggiore consapevolezza di noi con gli altri e con l’ambiente, allora ci crederò, ma per adesso ritengo che sia ancora qualcosa di aperto, che ha la mia solidarietà, il mio appoggio il mio ringraziamento ma con un esito ancora non positivo.


 

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