CARLA BENEDETTI
Founder Studio Coach |
L’innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all’interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi? e quali?
L’innovazione tecnologica è parte dell’evoluzione dell’essere umano e come tale, inevitabile. Quello che possiamo accogliere come uno straordinario successo della nostra consapevolezza, porta con sé la difficoltà di adattarsi a cambiamenti estremamente veloci e forse inaspettati. La persona è e rimane al centro. Rinnovare strumenti, digitalizzare processi, utilizzare canali di comunicazione fino a qualche anno fa impensabili, contribuisce senza dubbio alla costruzione di una nuova cultura organizzativa orientata alla crescita.
Quello che la nuova tecnologia non può trasformare è la disponibilità dell’individuo al cambiamento. A mio avviso le relazioni umane non sono cambiate; l’innovazione tecnologia ha portato alla luce paure e insicurezze che da sempre accompagnano l’essere umano. In alcuni casi permettendo una sorta di liberazione ed evoluzione, in altri casi esasperandone i limiti. La sfida più grande non è fuori della persona, ma dentro. Il formatore che vuole accompagnare il cambiamento deve essere il primo a riconoscere l’esigenza di una crescita personale in armonia con la complessità in cui si opera.
I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di imparare prospettando nuove forme di vita, cioè entità sensienti di cui non possiamo prevedere, né tanto meno guidare, lo sviluppo. Come questo processo di rapido sviluppo tecnologico, che riguarda la produzione dell’intelligenza collettiva si può legare a etica e valorizzazione della cultura nei processi organizzativi aziendali? In che modo la formazione può supportare la persona affinché possa contribuire all’innovazione senza subirla passivamente?
L’innovazione esiste, perché esiste qualcosa da innovare. L’essere umano ha bisogno di guardare avanti, fino quasi a replicare se stesso. Ma nulla di quello che la tecnologia ci propone può ricreare la capacità dell’essere umano di dare senso ai propri comportamenti. E la ricerca di senso richiede riflessione, richiede autonomia. Il ruolo della formazione credo sia proprio quello di promuovere e realizzare l’autonomia delle persone attraverso il confronto, stimolando il dialogo generativo. Una intelligenza collettiva, se esiste, è forse l’insieme di tante intelligenze uniche e autentiche.
Ieri hai detto domani. Oggi i giovani sono il futuro della nostra società, la crisi e la scarsità di investimenti rischiano di contrapporre la dimensione personale della realizzazione del sé a quella della competitività delle imprese e dei territori. In che maniera la formazione potrà far conciliare questi due estremi enfatizzando i valori strategici dell’impresa con la valorizzazione della persona nella sua essenza? In che modo la formazione può costruire una situazione ideale in azienda generando entusiasmo e partecipazione?
Penso alla sostenibilità, una bella parola che ritorna spesso nelle dichiarazioni di intento di imprese e organizzazioni, anche se ancora difficile da realizzare.
Un’impresa sostenibile ha la capacità e il coraggio di creare le condizioni in cui il bisogno di realizzazione del sé non sia solo preso in considerazione, ma sia parte delle strategie aziendali.
Le strade possibili per creare entusiasmo e ingaggio possono essere le più diverse: analisi di casi studio, coinvolgimento di tutte le persone nella generazione di idee, valorizzazione dell’errore come occasione di apprendimento, promozione della collaborazione, coerenza. Quando la formazione è a servizio dei valori aziendali e riesce a creare coerenza, allora è possibile che generazioni diverse, insieme, co-creino un futuro positivo per tutti, dentro e fuori l’organizzazione.
L’innovazione esiste, perché esiste qualcosa da innovare. L’essere umano ha bisogno di guardare avanti, fino quasi a replicare se stesso. Ma nulla di quello che la tecnologia ci propone può ricreare la capacità dell’essere umano di dare senso ai propri comportamenti. E la ricerca di senso richiede riflessione, richiede autonomia. Il ruolo della formazione credo sia proprio quello di promuovere e realizzare l’autonomia delle persone attraverso il confronto, stimolando il dialogo generativo. Una intelligenza collettiva, se esiste, è forse l’insieme di tante intelligenze uniche e autentiche.
Penso alla sostenibilità, una bella parola che ritorna spesso nelle dichiarazioni di intento di imprese e organizzazioni, anche se ancora difficile da realizzare.
Un’impresa sostenibile ha la capacità e il coraggio di creare le condizioni in cui il bisogno di realizzazione del sé non sia solo preso in considerazione, ma sia parte delle strategie aziendali.
Le strade possibili per creare entusiasmo e ingaggio possono essere le più diverse: analisi di casi studio, coinvolgimento di tutte le persone nella generazione di idee, valorizzazione dell’errore come occasione di apprendimento, promozione della collaborazione, coerenza. Quando la formazione è a servizio dei valori aziendali e riesce a creare coerenza, allora è possibile che generazioni diverse, insieme, co-creino un futuro positivo per tutti, dentro e fuori l’organizzazione.