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Cinzia Mezzetti

Categories: AIF,Interviste

CINZIA MEZZETTI

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Responsabile e-learning Piazza Copernico

Micro e macro interagiscono costantemente generando motivazioni, impegno e partecipazione della persona. Per questi motivi il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre più esperienziale, e il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni.
Quali sono i metodi e gli strumenti a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitivo, organizzazione e persona al fine di arrivare alla giusta comprensione delle dinamiche economiche e industriali, all’uso consapevole della tecnologia e al corretto sviluppo personale?

Partendo dal principio della Formazione empirica, mi piace immaginare una formazione che riesca ad integrare in tempo reale l’esperienza di ogni singolo individuo e che sia in grado di valorizzarlo all’interno di un’organizzazione.
E’ fondamentale utilizzare strumenti che permettano a ciascuno di noi di conoscere le proprie competenze identificandole come valore assoluto per l’azienda.
Quando si affrontano temi legati alla competenza è necessario ripensare la progettazione dei corsi, nel mio caso parliamo di corsi online, in termini di innovazione tecnologica abbinata al contenuto e al contesto specifico.
Se progettiamo un corso online sulla “Comunicazione efficace in azienda” non possiamo prescindere dal trasferire concetti teorici supportati dalle azioni, vale a dire individuare metodi e strumenti utili a mettere in atto nuovi comportamenti.
Rimanendo su questo tema potremmo progettare un corso online che preveda, oltre alla conoscenza delle caratteristiche della comunicazione efficace, l’acquisizione delle relative tecniche necessarie a misurare, valutare e migliorare il processo comunicativo. Utilizzare una molteplicità di linguaggi orientati a massimizzare il coinvolgimento degli utenti in situazioni concrete e utilizzare soluzioni fortemente incentrate sulla riflessione delle proprie capacità “self empowerment” mediante strumenti di auto analisi dei propri comportamenti.

 

La terza rivoluzione industriale, nel 1970, ha segnato la nascita dell’informatica. La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora definita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile identificarne l’atto fondante. La moltiplicazione della complessità è una delle caratteristiche dell’innovazione, per cui di fronte a una tecnologia sempre più amichevole e familiare, ci si confronta con un’incertezza continua che rende complesso identificare il senso e la direzione del cambiamento. Ci avviamo verso un futuro in cui intelligenza artificiale, robotica e persone interagiranno nelle nostre organizzazioni.
In questo contesto quali metodi e strumenti possono essere utilizzati nella formazione professionale per facilitare un inserimento sensato e un uso consapevole di tecnologie abilitanti fondamentali per l’internazionalizzazione e la realizzazione di Industria 4.0?

Quando parliamo di innovazione della formazione non possiamo fare a meno di affermare che le nuove tecnologie giocano in quest’ambito un ruolo fondamentale, ma è altrettanto importante considerarle a supporto dei processi formativi e non a carattere esclusivo.
L’analisi del contesto e la progettazione didattica restano fasi fondamentali del processo.
Negli ultimi tempi lo sviluppo delle tecnologie digitali hanno favorito ad esempio la diffusione e l’evoluzione di simulazioni on-line o di gamification, ne riscontriamo il loro utilizzo in diversi ambiti, in primis quello della formazione aziendale per facilitare l’apprendimento e renderlo più coinvolgente, o nella sicurezza sul lavoro per migliorarne la prevenzione.
In altre parole, utilizzare metodi e strumenti in grado di attivare processi di cambiamento nei comportamenti e nelle prestazioni individuali rappresentano a mio avviso una valida alternativa alle tradizionali attività di formazione.

 

I giovani si trovano di fronte a nuove e importanti sfide che prospettano rischi e opportunità. La trasformazione digitale ha portato un cambiamento della natura stessa del lavoro che causerà un inevitabile riassestamento della società. In settori storici stanno scomparendo numerosi posti di lavoro mentre altri segmenti di mercato vivono un momento fiorente sollecitando la continua ricerca di nuove figure professionali. Cambiano di conseguenza le competenze e le abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma rivestiranno altrettanta importanza il pensiero critico e la creatività da impiegare per attività di co-progettazione e co-sperimentazione di prodotti o servizi innovativi.
Quale formazione ritiene utile per supportare l’evoluzione delle organizzazioni e lo sviluppo di nuova occupazione?

La prima cosa che mi viene in mente, pensando ai repentini cambiamenti del mercato e alla necessità di formare nuove competenze è quella legata all’allenamento. La formazione deve divenire una vera e propria palestra virtuale in grado di allenare i giovani alla creatività, al pensiero critico, alla soluzione di problemi, in altri termini allenare la mente ad essere flessibile.
Sarà importante sperimentare nuove metodologie/tecnologie in grado di attivare processi mentali capaci di spostare rapidamente l’attenzione da un punto di osservazione ad un altro e in grado di attivare repentini cambiamenti decisionali, mantenendo comunque prestazioni professionali efficaci.


 

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