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Claudia Giommarini

Categories: AIF,Interviste

  

CLAUDIA GIOMMARINI

ERS and students’development LUISS

Che vantaggi può offrire la Gamification a livello esperienziale?

La gamification utilizza delle leve che sono per l’essere umano molto naturali, come il divertimento, il gioco e la sfida, quindi trasferisce le emozioni di queste esperienze per sedimentare dei comportamenti che molte aziende e istituzioni ritengono funzionali allo stesso lavoro.

Penso sia divertente proporre questo tipo di progetti, sia per chi progetta interventi formativi sia per chi insomma poi ne prende parte. Nella pratica la valorizzazione dell’esperienza ludica consiste in uno strumento molto efficace che può avere grandi e positive ricadute.

Vorrei citare un esempio interessante, in metropolitana, se non se non erro a Stoccolma, per indurre le persone a non prendere le scale mobili, ma a salire le scale a piedi, hanno disegnato sugli scalini i tasti del pianoforte e hanno quindi osservato come le persone divertite preferissero salire dalle scale tradizionali.

Il successo di quest’operazione è un esempio minimo, pensiamo a cosa si potrebbe fare in un’azienda, si possono lanciare anche dei contest per sfruttare quelle dinamiche competitive, che in altri casi possono essere disfunzionali, trasformandole invece in una grande leva di engagement.

 

Quali strategie un’azienda oggi può adottare per il Well-Being della persona?

Quanto è diffuso lo smart working? Personalmente trovo ancora molto poco, l’idea di cambiare la prospettiva, concependo il lavoro come strumento di auto realizzazione della persona, trovando insieme all’azienda una relazione giusta tra le persone, è stimolante.

L’organizzazione è fatta di persone, quindi trovare quelle che sono le possibilità per la crescita dell’essere umano in modo da poterlo valorizzare al meglio è il fine di ogni azienda.

Dunque in quest’ottica lo smart working porterebbe avanti il concetto di non pagare più il tempo di una persona, ma i suoi risultati, valorizzando allo stesso tempo le sue passioni

 

Quali competenze saranno richieste dalle aziende nel futuro mercato del lavoro?

Anche qui l’idea è cambiare il paradigma, quindi riportarci verso la felicità, studi hanno dimostrato che le competenze del futuro in fondo, dato che molti degli attuali lavori non esisteranno più, saranno proprio imperniate sulla capacità dell’essere umano di essere creativo, di essere umano ed empatico.

Le competenze più richieste, oggi come domani, saranno sempre di più le capacità di essere flessibili rispetto al cambiamento.

Quindi oggi progettiamo dei percorsi formativi universitari per un mondo del lavoro che non conosciamo, penso che in realtà ciascun studente dovrà andare oltre alle competenze verticali, dovrà essere umano e consapevole per muoversi in un mondo che non conosce e quindi sapere ascoltarsi e capire quali sono le proprie potenzialità, imparare ad imparare sempre di più in un ambito formativo sempre più ampio.

Si parla di umanesimo digitale e quindi tutto ciò che favorisce questo umanesimo va rimesso al centro per l’inserimento al meglio dei giovani nel mondo del lavoro.


 

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