|
Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.
Nello sviluppo delle Risorse Umane il concetto di “sentiero” è una variabile necessaria e suggestiva.
Rappresenta il percorso di crescita, le “avventure” che si incontrano nella propria vita professionale e le conseguenti difficoltà che si attraversano e i problemi che si affrontano. Svolgendo attività di formazione e di coaching sia individuale che di team, ci capita spesso di accompagnare le persone durante questo “percorso”, di incontrarle proprio nel momento in cui sono al centro di una difficoltà. Nelle relazioni professionali le “devianze dal sentiero” spesso non sono strade laterali da esplorare, ma riguardano problemi di conflittualità relazionali, di incomprensioni, di non detti, di problemi e decisioni che non vengono affrontate, di insicurezze che non vengono gestite e rallentano o bloccano il percorso.
E la sensazione di non avanzare nel proprio sentiero professionale può incidere con pesantezza sul vissuto di benessere lavorativo. Di converso quando si ha la sensazione di procedere sulla propria strada e di crescere assieme agli altri i benefici emotivi e relazionali sono evidenti e, spesso, si sbloccano energie, pensiero creativo e coraggio.
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
La “consapevolezza” è un tema fortemente collegato con il precedente. A volte scomodo. Nella vita lavorativa, come in quella relazionale le persone che hanno più “successo”, che riescono a raggiungere obiettivi di solidità ed equilibrio, hanno dovuto passare attraverso la consapevolezza di sé e la modificazione di alcune caratteristiche personali che non facilitano. Ma per “modificare” bisogna prima “vedere”, “accorgersi” e poi avere il desiderio di non rimanere fermi nel contenitore dei propri meccanismi automatici. Paradossalmente la frase che descrive una bassa consapevolezza di sé è proprio: “io sono fatto così”…!!!
Questa è una “convinzione”: ed è il perno dell’incapacità o dell’indisponibilità a guardarsi, ad entrare in relazione profonda con le diversità e con la complessità che il contesto ci consegna. E’ lo scacco matto dell’evoluzione individuale, la cui gravità è tanto più alta quanto più si abbassa l’età in cui la convinzione si genera. Quando si parte da questa convinzione lo sviluppo e l’espressione delle competenze rallenta; per aumentare le proprie competenze occorre necessariamente passare attraverso la consapevolezza. Nel lavoro di coaching che svolgiamo questa è quasi sempre la battaglia principale da vincere.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.
La storia di Elidea Psicologi Associati si fonda sull’alleanza: quando abbiamo deciso di abbandonare la sicurezza del posto fisso per iniziare questa avventura imprenditoriale, da psicologi, abbiamo messo a fattor comune proprio le alleanze.
L’alleanza in questo senso non riguarda solo gli accordi tra le parti, ma rappresenta anche lo stesso sentimento, lo stesso modo di intendere il mestiere, la professione, le modalità nei rapporti, il rispetto reciproco. E’ un accordo sui valori, dove la parola e il comportamento rimangono coerenti.
E’ la sensazione di “stare dalla stessa parte” nonostante le differenze personali. Questo è ciò che viviamo quotidianamente assieme ai nostri colleghi, che continuiamo a ringraziare per il loro impegno, serio e la loro passione, felice!
Rappresenta il percorso di crescita, le “avventure” che si incontrano nella propria vita professionale e le conseguenti difficoltà che si attraversano e i problemi che si affrontano. Svolgendo attività di formazione e di coaching sia individuale che di team, ci capita spesso di accompagnare le persone durante questo “percorso”, di incontrarle proprio nel momento in cui sono al centro di una difficoltà. Nelle relazioni professionali le “devianze dal sentiero” spesso non sono strade laterali da esplorare, ma riguardano problemi di conflittualità relazionali, di incomprensioni, di non detti, di problemi e decisioni che non vengono affrontate, di insicurezze che non vengono gestite e rallentano o bloccano il percorso.
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.
E’ la sensazione di “stare dalla stessa parte” nonostante le differenze personali. Questo è ciò che viviamo quotidianamente assieme ai nostri colleghi, che continuiamo a ringraziare per il loro impegno, serio e la loro passione, felice!