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Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza. La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze. Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.
Immaginiamo il nostro sentiero come un rientro da gestire…
Che fine hanno fatto i nostri colleghi in questi giorni? I nostri clienti saranno ancora attivi?
Questa domanda ci porta un senso di “pensierosità” e ”curiosità”. Sembra che tutto sia fermo e tutti siano con il fiato sospeso. In realtà non è così. Molte aziende hanno gestito la situazione attraverso smart working o altri strumenti similari. Questi meeting, seppur con grande fatica, regalano anche soddisfazione e il proverbiale spirito di adattamento dell’essere umano ha cercato in ogni modo di raccontarsi con forza che “tutto andrà bene” e di sforzarsi di vedere il positivo in una situazione oggettivamente instabile, complessa e densa di domande in attesa di risposte.
Domande come: Oggi sono soddisfatta/a? gli altri lo erano ? Quando ho sorriso durante la Web Session come mai il mio collega non ha colto? Mi hanno davvero ascoltato? Quali emozioni hanno veramente provato? Come sarà il mio futuro in azienda ora? Sarò ancora in grado di assolvere ai miei compiti? Quale futuro avrà la nostra economia?
Queste sono solo alcune delle domande che potenzialmente potrebbero apparire nella mente di ogni persona che ha vissuto questi incontri on line ed ha poi dovuto restare a casa da solo con le sue domande e macinare i sui suoi interrogativi senza avere risposte. La famiglia e gli affetti più cari, contemporaneamente al vertice di ogni pensiero ed ogni azione impedivano una corretta riealborazione mentale.
Quanto è importante ora organizzare un buon rientro in modo tale che il sentiero che si percorrerà insieme non sia lo tesso di prima.
Se il rientro in azienda non viene accompagnato con una lettura emozionale efficace e consapevole difficilmente la risorsa si sentirà compresa ed accolta ma verosimilmente la percezione sarà di essere tornati al lavoro senza aver elaborato nulla e pertanto la situazione emotiva diverrà facilmente negativa.
I processi cognitivi del rientro in azienda dovranno essere guidati con positività e supportati da professionisti del settore. Le neuroscienze infatti affermano che le emozioni giocano un importante ruolo nei processi cognitivi legati anche alla memoria. I ricordi dipendono dal grado di attivazione emozionale indotto dall’apprendimento, per cui eventi ed esperienze vissute con una partecipazione emotiva positiva si ricordano meglio e vengono catalogati dal nostro cervello come “degni di menzione”, in quanto le emozioni positive percepite attivano ampie aree del nostro cervello.
Ecco perché è davvero importante organizzare un rientro efficace e terapeutico un in momento così difficile e percorrere vie emotive differenti.
Come stai?
È assolutamente necessario che questa ri-apertura sia fatta e seguita con attenzione ed ascolto per prendere consapevolezza delle reciproche emozioni condividendole ed esternandole. Questo è di per sé terapeutico. In questa apertura ogni persona può essere responsabile e non eccedere per evitare che un sano e balsamico rientro diventi un’arma negativa e controproducente. Occorre fare fluire le emozioni dell’ansia, della preoccupazione e dell’incertezza esternandole. Lo scopo è quello di rendersi conto che noi stiamo vivendo delle emozioni.
Un rientro supportato da professionisti del business che hanno una particolare cura all’aspetto umano come Formatori, Coach, Assessor per l’intelligenza emotiva, Counselor ed altri professionisti specializzati.
L’obiettivo?
Non avere false partenze ed essere accompagnati per un veloce rientro in una operativa positività in una rinnovata alleanza.
Come stai?