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Germano Verì

Categories: AIF,Interviste

GERMANO VERI’

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CEO presso IMPROOVO

Micro e macro interagiscono costantemente generando motivazioni, impegno e partecipazione della persona. Per questi motivi il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre più esperienziale, e il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni.
Quali sono i metodi e gli strumenti a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitivo, organizzazione e persona al fine di arrivare alla giusta comprensione delle dinamiche economiche e industriali, all’uso consapevole della tecnologia e al corretto sviluppo personale?

Credo che Il passaggio fondamentale richiesto oggi al formatore sia quello di costruire o rinnovare il proprio framework metodologico, stimolando il corretto sviluppo personale attraverso una formazione che sia davvero adattiva, in grado di conferire una rinnovata abilità di governare la complessità aziendale ed i processi operativi, ma anche di leggere i cambiamenti di scenario socio-economico al di fuori dell’organizzazione. L’uso di tecnologie di ultima generazione, trend come la gamification, il social learning, i MOOCs, ecc., danno la misura di quanto si stia andando oltre i contenuti ed i format di delivery, accogliendo nella formazione fenomeni ed evoluzioni del contesto sociale ed imprenditoriale.

 

La terza rivoluzione industriale, nel 1970, ha segnato la nascita dell’informatica. La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora definita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile identificarne l’atto fondante. La moltiplicazione della complessità è una delle caratteristiche dell’innovazione, per cui di fronte a una tecnologia sempre più amichevole e familiare, ci si confronta con un’incertezza continua che rende complesso identificare il senso e la direzione del cambiamento. Ci avviamo verso un futuro in cui intelligenza artificiale, robotica e persone interagiranno nelle nostre organizzazioni.
In questo contesto quali metodi e strumenti possono essere utilizzati nella formazione professionale per facilitare un inserimento sensato e un uso consapevole di tecnologie abilitanti fondamentali per l’internazionalizzazione e la realizzazione di Industria 4.0?

Sono le tecnologie stesse che stanno modificando profondamente il lavoro, rendendolo sempre più digitale, distribuito, interconnesso, e la formazione stessa è parte del processo di social & digital transformation dell’organizzazione. L’investimento sul capitale umano che è richiesto dall’industria 4.0 deve andare oltre l’ampliamento delle competenze sulle tecnologie abilitanti, deve operare sviluppando competenze trasversali in grado di aprire ogni livello dell’organizzazione verso un’architettura fatta di risposte adeguate e di anticipazione del cambiamento.

 

I giovani si trovano di fronte a nuove e importanti sfide che prospettano rischi e opportunità. La trasformazione digitale ha portato un cambiamento della natura stessa del lavoro che causerà un inevitabile riassestamento della società. In settori storici stanno scomparendo numerosi posti di lavoro mentre altri segmenti di mercato vivono un momento fiorente sollecitando la continua ricerca di nuove figure professionali. Cambiano di conseguenza le competenze e le abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma rivestiranno altrettanta importanza il pensiero critico e la creatività da impiegare per attività di co-progettazione e co-sperimentazione di prodotti o servizi innovativi.
Quale formazione ritiene utile per supportare l’evoluzione delle organizzazioni e lo sviluppo di nuova occupazione?

Se, come da tutti è previsto, il 50% delle professioni come le conosciamo oggi diverrà obsoleto nei prossimi 10 anni e ne subentreranno altrettante ad oggi praticamente sconosciute, la strada che potrà garantire la competitività dell’impresa sarà quella di una vera formazione continua e trasversale, applicata anche attraverso strumenti dei quali le organizzazioni stesse dovranno dotarsi. Troveranno terreno fertile nei Millennials, a cui recenti studi attribuiscono grande sensibilità sui temi della formazione e dello sviluppo. La creazione del valore d’impresa sarà quindi sempre più legata alla capacità dell’organizzazione di aprirsi, adottare nuovi schemi di gestione e comunicazione trasformando in opportunità le sfide di uno scenario così variabile e dinamico.


 

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