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Marco Muzzarelli

Categories: AIF,Interviste

  

MARCO MUZZARELLI

Direzione Operativa Nazionale ENGIM – Direzione Artigianelli Torino

Che vantaggi può offrire la Gamification a livello esperienziale?

Attualmente sono il Direttore Operativo Nazionale di un ente di formazione che si chiama Engim, in una sede operativa che nel mio caso è a Torino presso gli Artigianelli.

Mi occupo di formazione professionale da diverso tempo, per cui pensare che la formazione sia esperienziale è il punto di partenza da cui partono tutte le attività che facciamo costantemente con giovani e adulti che sono alla ricerca del lavoro.

Per me la formazione sperimenta, e in un contesto lavorativo esperienziale significa appunto apprendimento. A mio parere quello che è necessario fare, è creare le condizioni affinché la formazione sia più simile possibile al contesto che si ritrova al lavoro.

Penso alla gamification, e anche ad altre attività che a mio parere possono rappresentare il più possibile un avvicinamento al contesto del lavoro, perché poi quando ci si ritrova al lavoro, penso che sia necessario creare condizioni di allenamento continuo, affinché il contesto lavorativo si trasformi in un luogo di formazione.

 

Quali strategie un’azienda oggi può adottare per il Well-Being della persona?

Credo che proveniamo da un periodo in cui avevamo già delle soluzioni pronte per fare delle azioni tese a migliorare il benessere, credo che in qualche modo lo smart working arrivi un pò da quel pensiero.

Dialogando con le aziende mi sto rendendo conto che qualcuno incomincia proprio dallo smart working piuttosto che dal welfare aziendale più generale, le nuove connotazioni non mirano ad incentivare diciamo il lavoro e la produttività della persona, ma mirano a incentivare il fatto di sentirsi bene nel luogo in cui si lavora.

Credo che la chiave strategica per questo sentirsi bene possa essere incrementare l’impiegabilità delle persone che sono all’interno del luogo del lavoro anche agendo con le leve della formazione.

Ad esempio nel contratto nazionale dei metalmeccanici hanno inserito la formazione come diritto soggettivo delle persone. Credo che questa sia la strada da percorrere in modo che livelli costanti di formazione nel luogo di lavoro, facciano stare meglio le persone proprio nell’esercizio del loro lavoro.

 

Quali competenze saranno richieste dalle aziende nel futuro mercato del lavoro?

Nei luoghi di lavoro penso sempre di più che siano necessarie competenze trasversali in contrapposizione alle competenze tecnico professionali. Spesso quando dialoghiamo con le imprese queste ci dicono che le competenze tecniche possono essere insegnate abbastanza in fretta, ma richiedono persone che possono inserirsi bene nel luogo il lavoro e che abbiano delle competenze trasversali.

In prospettiva futuro, pensando anche al lavoro 4.0, sicuramente tra le competenze più ricercate saranno la capacità di lavorare in gruppo, perché spesso non si scelgono i propri compagni di lavoro. Lavorare bene con gli altri è una delle caratteristiche a mio parere fondamentali. Altra competenza che ritengo essenziale è la resilienza, cioè la capacità di essere in grado di sopportare dei lunghi periodi di stress senza far saltare il banco, essendo in grado di dialogare con gli altri per provare a costruire situazioni positive anche nell’ottica della risoluzione dei problemi professionali.

Vorrei chiudere con la capacità di comunicare, esprimersi e dialogare con le altre persone, fino anche alla capacità di esprimersi in più lingue è molto importante. Molte delle incomprensioni riscontrate nel luogo di lavoro derivano dal fatto che non ci si sa esprimere al meglio e non si capisce che la comunicazione viene interpretata da chi la riceve e non da chi sta parlando.


 

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