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Pier Paolo Bottin

Categories: AIF,Interviste

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PIER PAOLO BOTTIN


Pedagogista esperto dell’infanzia e dell’adulto, specialista dei processi di formazione
ricercatore sociale per i sistemi aziendali complessi

Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?

Nella crescita della complessità, serve un approccio con una seria base metodologica e teorica della complessità, dove il fenomeno emergente viene compreso ed integrato epistemologicamente in un sistema aperto, come interazione di organico – meccanico e dove le intelligenze ed il fare costituiscono quella formula, o quel binomio, di plus valore che viene coltivato pedagogicamente come reale “risorsa umana”. Ciò fa la differenza rispetto ad una realtà indefinita o intercambiabile di una industria ormai del passato se non addirittura terzomondista.
Perciò la formazione che si arricchisce di una scienza dell’ educazione dei sistemi complessi, lavora sulle intelligenze che si manifestano già dai primi colloqui e dai test relativi, mentre personalizza, ove possibile, quella integrazione formativa che liberi un potenziale umano prezioso all’ azienda, integrandolo.

 

Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?

Esiste anche una industria degli strumenti educativi, una progettazione e una produzione di strumenti tecnologici che partono dall’ergonomia cognitiva fino ad investire l’ambito aptico.
Lo strumento didattico a questo punto, più che influenzare, diventa corredo del formatore. Si sta delineando un particolare scenario in questo periodo: l’industria digitale converge economicamente in favore del progettista didattico che, con la giusta competenza e opportuna dose di fantasia, si può permettere di sviluppare interi ambienti o complementi utilizzabili sia a distanza che nell’ approccio d’aula o di formazione vis a vis.

 

La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano.Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?

Molte grandi scoperte sono frutto della serendipità: la vulcanizzazione della gomma, la scoperta del Teflon, la prima stampante a getto d’inchiostro etc. etc…
Il metodo maieutico è quello principe nell’infondere quella sicurezza del mettersi in gioco per comunicare al sistema Azienda quei valori aggiunti già sottolineati nella filosofia Kaizen. Nel contesto organizzativo invece, serve una griglia di relazione-comunicazione già implementabile dal formatore, per dare un valore opportuno alla crescita “individuo-azienda”, un sistema premiante, una fidelizzazione interna qualificabile e quantificabile. Sia che il contesto sia di grande che di media industria, la giusta comunicazione sul miglioramento (di processo, di prodotto, di commercio o di organizzazione) deve essere facilitato o “filtrato” nella la giusta lateralità di un pensiero che dobbiamo considerare, volenti o nolenti, frutto di un pensiero creativo.


 

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