|
Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.
Sentiero. In questo momento storico e a maggior ragione, in seguito all’emergenza COVID-19, la parola sentiero è calzante rispetto al mondo del lavoro e le prospettive formative.
Oggi, noi HR, non siamo solo chiamati a dare soluzioni rispetto ad un mondo che cambia, ma abbiamo la responsabilità di essere pionieri su nuove piste, sentieri non battuti e determinare quel primo solco sul prato che porta alla costruzione di quella che domani diventerà una strada. La nostra responsabilità è prima di tutto verso i nostri collaboratori, per permettere loro di avere strumenti e skill adeguate per quello che sarà un nuovo mondo.
Chi si occupa di Risorse Umane deve dare l’esempio e non perdere mai la rotta, anche quando tutt’intorno regna il caos. Siamo timonieri in un mare spesso in tempesta.
Ritengo saranno sempre più utili strumenti quali calibration ed i job posting interni, per permettere ad ogni collaboratore di essere costantemente flessibile e curioso verso nuove prospettive da maturare all’interno della propria azienda. Stimolare e motivare i nostri colleghi ad accrescere la propria “fame di competenze” e la consapevolezza, ci permetterà di lavorare in maniera estremamente agile e non lasciare nessuna persona indietro.
A livello di strumenti, l’emergenza COVID, ci ha messo alla prova, siamo diventati tutti più HiTech.
Lo smart working ci ha permesso di elaborare strategie e creare sentieri a “mezz’aria”, dove i passi non si vedono ma i risultati sì. Ritengo che quando la situazione sarà normalizzata, anche le società più scettiche, impareranno a potenziare i servizi Smart… che altro non sono che un patto con il collaboratore basato su fiducia reciproca ed obiettivi sfidanti.
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
Nosce te ipsum. Conoscere noi stessi. Il primo passo per avere successo come individui e collettività aziendale.
Oggi non ci troviamo più nell’era del management, ma in quella della leadership. Non dobbiamo più limitarci a gestire delle situazioni, ma dovremo quali HR, essere portatori di cultura aziendale; cultura basata sullo sviluppo delle persone e della loro felicità e ricamata sulla propria azienda.
Le persone sono il vero valore aggiunto di ogni azienda e della società in cui viviamo. Chi è felice, lavora meglio e vive meglio.
Ritengo le pratiche di Mindfulness essere importanti non solo per lo sviluppo aziendale, ma nella vita in generale; siccome passiamo al lavoro gran parte della nostra vita, ben vengano queste pratiche in azienda. Più siamo consapevoli ed equilibrati, più potremo dare il meglio di noi e vivere le asperità professionali come sfide da superare.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.
Alcune volte l’anno, mi capita di entrare in aula per fare formazione a giovani (15-20 anni) e per me è sempre un grande divertimento.
Ne esco arricchito e rincuorato perché vedo dei giovani molto interessati al lavoro e alle dinamiche che si creano (i giovani sono spesso criticati, ma succede dalla notte dei tempi).
Trovo che i giovani d’oggi abbiano un enorme potenziale in termini di soft skills e creatività.
Con i ragazzi, scrivo poco alla lavagna e lavoro molto sull’esperienziale. Utilizziamo la gamification per simulare le dinamiche lavorative, sono sempre entusiasti. Dal nostro lato, però, nasce la necessità di integrare questi “ragazzi e ragazze Z” in strutture aziendali che quasi sempre “Z” non sono.
L’alleanza è il tema fondamentale. Dobbiamo ridisegnare i nostri processi codificati e non, per essere vincenti nelle dinamiche interpersonali fra colleghi. Se saremo in grado di creare l’alleanza fra chi ha reso grandi le nostre aziende e coloro che le porteranno nel futuro, non vinceremo solo come organizzazioni, ma vinceremo anche come sistema Italia sui mercati internazionali.
Chi si occupa di Risorse Umane deve dare l’esempio e non perdere mai la rotta, anche quando tutt’intorno regna il caos. Siamo timonieri in un mare spesso in tempesta.
A livello di strumenti, l’emergenza COVID, ci ha messo alla prova, siamo diventati tutti più HiTech.
Lo smart working ci ha permesso di elaborare strategie e creare sentieri a “mezz’aria”, dove i passi non si vedono ma i risultati sì. Ritengo che quando la situazione sarà normalizzata, anche le società più scettiche, impareranno a potenziare i servizi Smart… che altro non sono che un patto con il collaboratore basato su fiducia reciproca ed obiettivi sfidanti.
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
Le persone sono il vero valore aggiunto di ogni azienda e della società in cui viviamo. Chi è felice, lavora meglio e vive meglio.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.
L’alleanza è il tema fondamentale. Dobbiamo ridisegnare i nostri processi codificati e non, per essere vincenti nelle dinamiche interpersonali fra colleghi. Se saremo in grado di creare l’alleanza fra chi ha reso grandi le nostre aziende e coloro che le porteranno nel futuro, non vinceremo solo come organizzazioni, ma vinceremo anche come sistema Italia sui mercati internazionali.