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Roberto De Angelis

Categories: AIF,Interviste


ROBERTO DE ANGELIS

Formatore Hr
Team e business Coach

Specializzato a livello accademico sulla gestione ed amministrazione delle risorse umane, per anni sono stato un allenatore professionista in vari staff, tra i quali quelli della NAZIONALE JUNIORES DI PALLAVOLO.

Oggi opero con aziende e professionisti aiutandoli a raggiungere i risultati prefissati.

Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
 
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.

Parlare di sentiero può avere più di una valenza.

La prima riguarda quella di “sentiero” inteso come percorso personale che scegliamo quando decidiamo di diventare formatori. E’ una strada che viene lastricata centimetro dopo centimetro ed è costituita da due componenti importanti: TEORIA E PRATICA. La teoria ci serve ad accumulare nozioni e a specializzarci sugli ambiti di nostro interesse. La pratica consente la messa in opera di quelle nozioni, permettendoci di sperimentare in prima persona quanto appreso.

La seconda valenza è legata più al concetto di “SENTIERI”. In quanto formatori siamo chiamati, attraverso la nostra opera, ad indicare sentieri a chi ce lo chiede. Non diamo soluzioni a problemi, piuttosto, stimoliamo nelle persone ragionamenti, cambi di prospettiva e quant’altro possa agevolare chi viene in contatto con noi a trovare la propria strada.

Se non facciamo questo a cosa serviamo?

 
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.

La consapevolezza, rappresenta il punto centrale della riflessione.

Quando ne parlo, mi piace soffermarmi su quella INTERNA. Questa si riferisce alla presa di coscienza di sé, fatta dei propri limiti e delle proprie potenzialità. Siamo i primi a dover mettere sul piatto questi aspetti e stimolare la nostra auto-riflessione. In questo modo possiamo sempre essere un passo avanti ai nostri limiti.

Questo ci consente poi di lavorare e stimolare la consapevolezza interna delle persone e delle organizzazioni con le quali entriamo in contatto, creando le basi per un apprendimento più profondo ed efficace.

Diventare consapevoli noi stessi per stimolare la consapevolezza altrui.

 
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.

A mio avviso, Il concetto di alleanza è strettamente legato a quello di collaborazione. Il nostro apprendimento (e quindi la nostra esperienza) passa necessariamente attraverso questo strumento importante.

Come non esista atleta che apprenda senza la collaborazione del proprio team e dello staff tecnico, allo stesso modo non esiste apprendimento, nelle persone e nelle organizzazioni, se durante la loro formazione non vengano calate all’interno di un contesto collaborativo. L’aula rappresenta la vera e propria palestra dove tutti i partecipanti stringono un “patto di alleanza inconsapevole” impegnandosi a creare il miglior ambiente possibile che stimoli tutti ad elevare le proprie competenze.


 

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