SUSANNA CANCELLIFormatore e coach |
Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?
Lo sviluppo della persona e l’innovazione necessitano del potenziamento delle competenze trasversali, ovvero quelle competenze di base ritenute indispensabili in ogni contesto professionale e di studio, che caratterizzano il modo di impostare e regolare la personale esperienza di lavoro e si affinano progressivamente nel corso dell’apprendimento on job definendo la storia lavorativa della persona e generandosi dalla stessa. Il livello di padronanza dell’insieme di tali competenze influenza la qualità della prestazione e la possibilità di sviluppo delle risorse personali. La formazione può proporsi quindi come spazio ristrutturante dove avviare una riflessione condivisa sull’attivazione di competenze trasversali, necessarie per sostare nel contesto in modo attivo, per un’efficace integrazione soggetto e contesto, per generare apprendimento complesso. Per essere in grado di trovare la propria inner direction, la direzione che orienta a partire da una consapevolezza e che si basa su una riflessione continua dei propri percorsi e processi, occorre avviare e rafforzare competenze cognitive, relazionali, affettive, da declinare nella gestione efficace di richieste e sfide in ogni passo della propria crescita personale e professionale.
Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?
Il formatore, nello scenario delineato, si propone come facilitatore di apprendimenti complessi, sempre più connotati da consapevolezza e responsabilità, verso l’autonomia. L’uso consapevole della tecnologia si propone quindi come competenza tecnologica. La competenza per sua natura genera una risposta complessa, concertata tra più aspetti della persona, cognitivi, affettivi e operativi e scaturita da contaminazioni di saperi disciplinari diversi. Gli strumenti tecnologici divengono mezzi se se ne svela il vare formativo. la tecnologia diviene dispositivo attraverso cui l’azione della formazione si organizza e viene condotta.
La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano. Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?
Io credo che il formatore possa avviare la persona alla costruzione di significati e di senso che determinino la direzione di sè, rendendo il soggetto protagonista del proprio cambiamento. La capacità di trasformare in risorsa gli elementi del contesto, diviene il motore non solo per afferrare il momento opportuno, il Kairos come attimo generativo come quando ci si imbatte in felici scoperte non cercate ma anche per ristrutturare a nostro favore il frame. Il senso di iniziativa e l’imprenditorialità riguardano la capacità del soggetto di tradurre le idee in azione: in ciò rientrano la creatività, l’innovazione e la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. È una competenza che aiuta gli individui nella loro vita quotidiana ad avere consapevolezza del contesto in cui operano e a poter cogliere le opportunità che si offrono ed è un punto di partenza per abilità e conoscenze più specifiche, come nel campo della tecnologia. Il formatore attraverso la riflessività sulle pratiche e l’accompagnamento personale può sostenere il soggetto nel suo divenire divenendo egli stesso mezzo per farlo e creando ambienti favorevoli connotati dall’ascolto di sé e del contesto dove avviare non solo il dominio di singoli ambiti disciplinari ma l’elaborazioni delle loro molteplici connessioni; egli deve sempre più formarsi per essere in grado di utilizzare anche i media digitali e sociali per coordinare e gestire i processi di sviluppo delle conoscenze e delle competenze nell’ambito aziendale e della consulenza.