TEMA INTERVISTE IV EDIZIONE PREMIO AIF ADRIANO OLIVETTI
 
 
IL FUTURO DEL LAVORO
Formazione esperienziale e well-being: il futuro del lavoro

La tecnologia fa passi da gigante, facendo diventare obsoleti concetti ritenuti innovativi poco tempo fa, le nuove competenze tecniche che saranno richieste ai giovani non sono ancora certe, quello che è certo è che le soft skill saranno sempre più importanti e ricercate. Per dare enfasi a queste competenze sarà necessario creare nelle aziende un livello di well being elevato. Intanto si torna alla creatività e alla gamification che permette attraverso la formazione esperienziale di riscoprire il lato ludico originario della nostra personalità. In questo contesto è necessario un cambiamento, che inquadri la persona come obiettivo primario. I formatori possono essere gli agenti di questo cambiamento, di un cambiamento positivo. Questi possono riaprire le speranze, le aspettative, i desideri delle persone, delle aziende e della società intera ad un futuro migliore.

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La formazione esperienziale permette metodologie coinvolgenti sia dal punto di vista del singolo che del gruppo, attuando progetti che consentono alle persone di rielaborare le riflessioni e applicarle quindi nel quotidiano. Tra queste, spicca la Gamification.
Quali sono i vantaggi? Quali sono le difficoltà d’uso? Quale fattore può far riscontrare un maggior engagement dal punto di vista dei partecipanti?

 



 

Nel corso della storia abbiamo visto mutare più volte la cultura del lavoro, contemplando tutele, diritti, e piani Welfare che potessero agevolare i lavoratori. Oggi sappiamo quanto sia importante il Welln Being della persona sul posto di lavoro e quanto questo possa migliorare le sue performance. Lo Smart Working è una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Un nuovo approccio al modo di lavorare e collaborare all’interno di un’azienda e si basa su quattro pilastri fondamentali: revisione della cultura organizzativa, flessibilità rispetto a orari e luoghi di lavoro, dotazione tecnologica e spazi fisici. Lo smart working sul piano lavorativo porta ad una riduzione del cartaceo, riduce gli spazi, aumenta la produttività, minimizza l’antagonismo favorendo la produttività e salvaguarda l’ambiente, sul piano personale riduce gli spostamenti, migliora la qualità della vita restituendo del tempo libero e riducendo lo stress dovuto alla congestione urbana. Tutto ciò è possibile perché le attuali tecnologie consentono di gestire in modo sicuro le informazioni in tutti i luoghi in cui viene svolta l’attività lavorativa.
Come organizzare il Well Being all’interno dell’azienda ? Lo Smart Working può avere un impatto positivo per entrambe le parti?

 


 

Oggi tutti comprendiamo la necessità di cambiare ed evolvere per rimanere al passo con le rivoluzioni del mercato, ciò non toglie che il cambiamento non è esercizio naturale. Per istinto, per abitudine o più semplicemente per paura dell’ignoto gran parte delle persone spesso rimane ben ancorata alle proprie convinzoni e rigetta le novità. Negli ultimi anni le imprese hanno dovuto affrontare numerose sfide, che hanno imposto loro di modificare in modo rilevante il proprio assetto organizzativo, hanno suggerito di ridefinire la strategia, sviluppando processi di lavoro più efficaci ed efficienti e cambiando di fatto la propria cultura organizzativa. ll change management, così come viene comunemente inteso, fornisce strumenti e processi per riconoscere e comprendere il cambiamento e soprattutto gestire l’impatto umano di una transizione.
Quali saranno le competenze richieste dalle aziende nel futuro mercato del lavoro? Cosa serve per facilitare il change management generazionale?