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Teresa Tardia

Categories: AIF,Interviste

  

TERESA TARDIA

Consulente Formatrice e Coach

Che vantaggi può offrire la Gamification a livello esperienziale?

La formazione trova nella creazione di giochi virtuali validi strumenti di sviluppo delle consapevolezze e delle abilità di tutti i partecipanti a percorsi di formazione individuali o di gruppo. L’applicazione di Game e di real o simulation game anche in 3D permette attraverso il gioco di far sperimentare direttamente le situazioni che si dovrebbero affrontare operativamente o a livello manageriale nei casi concreti e facilmente applicabili in un contesto reale. L’allenamento virtuale permette di avere maggiori capacità di gestire le criticità e le complessità quando si è nella situazione del “fare” reale avendo già simulato le varie situazioni. I Game supportano lo sviluppo e la formazione di Team virtuali creando maggiore coesione e possibilità di applicare con efficacia ed efficienze le modalità di lavoro anche in Smart Working. Tuttavia, culturalmente potrebbero permanere delle resistenze a sperimentare con il gioco le differenti situazioni.

 

Quali strategie un’azienda oggi può adottare per il Well-Being della persona?

Lo Smart Working (SW) è flessibile e permette di gestire gruppi di lavoro diversi, incrementa i livelli di produttività. Se da un lato favorisce una migliore gestione tra lavoro e vita privata dall’altro se le persone non sono addestrate non sono in grado di gestirsi in autonomia, dall’altro lato può accadere che con la spinta del cambiamento le aziende non supportano adeguatamente l’approccio dal punto di vista tecnologica con conseguente emersione di differenti criticità.

La possibilità di comprendere le esigenze di lavoro, ma anche gestire i propri tempi rende il lavoro stesso più efficace con lo SW. Seguire anche in remoto il lavoro senza essere fisicamente sempre presenti in ufficio permette alle persone di gestire meglio il proprio life balance work time. La nota critica riguarda la gestione efficace del tempo e della qualità del lavoro stesso in relazione alle esigenze del flusso di lavoro. Le ricerche qualitative ne evidenziano la potenzialità anche se in molte aziende si tende a preferire la presenza fisica in ufficio. Le aziende che con piani mirati di sviluppo lo hanno efficacemente introdotto sono in grado di affermarne gli effetti positivi, e all’estero è ampiamente adottato e diffuso con successo.

 

Quali competenze saranno richieste dalle aziende nel futuro mercato del lavoro?

QLe soft skills sono sempre al centro delle competenze che devono saper gestire i futuri manager e leader, nonché saper lavorare con elasticità e rapidità. Nelle università già da tempo acconto allo sviluppo delle conoscenze specialistiche si sviluppano dei percorsi di approfondimento con stage e tirocini che ora con lo sviluppo dei Percorsi trasversali per lo sviluppo delle competenze e l’orientamento (PTCO – ex alternanza scuola lavoro, ASL) sono stati introdotti nelle scuole superiori. Tuttavia, da un lato le aziende devono essere orientate a trasferire un sapere e un fare coerente con il percorso di sviluppo dello studente per introdurli in un ambito professionale qualificante, dall’altro gli studenti devono essere in grado di comprendere le potenzialità offerte ed essere in grado di adeguarsi a nuove esperienze (condizione non sempre semplice considerando le fragilità comportamentali di tanti studenti).

Gli studenti possono entrare in modo attivo e consapevole nel mondo del lavoro avendo costruito una base di conoscenze teoriche e capacità di integrarsi nel mondo del lavoro e in particolare per poter fare le scelte migliori per il proprio futuro professionale e sbocco lavorativo.

Un change management generazionale deve essere impostato nel valorizzare le potenzialità, ma anche con feedback di crescita e generazione di consapevolezza. Nelle scuole si dovrebbe non solo insegnare, ma anche formare.


 

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