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Valentina Petrini

Categories: AIF,Interviste

VALENTINA PETRINI

Coordinatore Centro Formazione professionale IAL MARCHE di Macerata

 

Che vantaggi può offrire la Gamification a livello esperienziale?

Le dinamiche che si innescano nella gamification svolgono un ruolo chiave nelle attività di
formazione professionale.

Grazie alla forte capacità di coinvolgimento, gli allievi si sentono incoraggiati e motivati a
raggiungere traguardi misurabili.

In particolare, la gamification si può sviluppare attraverso una didattica interdisciplinare in grado di
potenziare le soft skills e la trasferibilità delle conoscenze sul campo.

Test di verifica di semplice fruizione, feedback cadenzati, supporti didattici e spazi
specificatamente allestiti sono fra gli elementi che caratterizzano questo processo.
Casi studio, business game, testimonianze e project work migliorano inoltre il coinvolgimento e
l’interazione.

I vantaggi evidenti di quanto descritto sono la focalizzazione dell’obiettivo, l’elevato livello
di impegno e frequenza.

Poter privilegiare l’apprendimento più che l’insegnamento è il fattore che fa riscontrare più interesse;
con questo approccio si parte dalla conoscenza di attitudini e potenzialità per porre il saper fare al
centro della formazione.

 

Quali strategie un’azienda oggi può adottare per il Well-Being della persona?

Il benessere organizzativo ed il benessere individuale sono indici interconnessi e le politiche
amministrative aziendali dovrebbero,a cadenza costante,controllare questi due fattori da cui
dipendono,per esempio, il numero delle giornate di malattia e permessi, l’indice di produttività ed il
riconoscimento nei valori dell’organizzazione.

Per allineare i due indici occorrerebbe rafforzare il senso di integrazione organizzativa e
favorire la partecipazione e la personalizzazione di interventi innovativi, anche formativi, in grado di
sviluppare competenze ed il senso di appartenenza aziendale.

La formazione infatti rappresenta una possibilità di crescita professionale e può prevedere
azioni mirate al sostegno motivazionale, all’orientamento, al recupero delle competenze di base,
compreso il ricorso a piani personalizzati, nonché alla definizione, più in generale, di modalità di
accompagnamento funzionali a garantire la fruizione di percorsi flessibili che tengano conto delle
disomogeneità tra le aspettative e le competenze in ingresso.

 

Quali competenze saranno richieste dalle aziende nel futuro mercato del lavoro?

E’complesso apportare cambiamenti all’interno di un’azienda ma la cultura di un change
management che apporti risultati concreti non può che metter il capitale umano al centro.
L’educazione è il più grande motore dello sviluppo personale ed occorre informare le persone dei
vantaggi del cambiamento.

Un programma di formazione strutturato e condiviso può fungere pertanto da volano per lo
sviluppo di competenze specifiche.
Tale sistema può contemplare il training on the job, una scelta conservativa orientata al passaggio
delle conoscenze, ma anche, attraverso una componente più innovativa, l’aggiornamento e lo
sviluppo delle competenze legate alle digitalizzazione e alle tecnologie che possono potenziare i
processi produttivi.

I progetti IAL nascono sempre da un’indagine analitica dei fabbisogni formativi percepiti dal
contesto economico regionale.

L’obiettivo di una progettazione condivisa è quello di personalizzare gli interventi in base alle reali
esigenze del mercato del lavoro in termini di abilità tecniche e competenze trasversali.
Parallelamente all’individuazione delle macroaree d’indirizzo che devono esser
necessariamente oggetto della formazione che caratterizza un profilo professionale, le aziende
iniziano a considerare di pari rilevanza le competenze trasversali.

Adattabilità, flessibilità, problem solving, capacità di lavoro in team, tolleranza allo stress, capacità
comunicative e di negoziazione sono le skills più richieste.

 

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