con la DIREZIONE SCIENTIFICA di
MAURO MAGATTI
PREMESSA
Lungo la linea del tempo, gli ultimi secoli indicano una fortissima discontinuità in termini di popolazione, benessere, libertà. La rivoluzione scientifica, in combinazione con quella industriale, ha cambiato radicalmente la vita di milioni di persone.
Diventati abilissimi nella produzione, già nel secolo scorso, ci si è resi conto che occorreva imparare a consumare. Per questo la crescita economica della seconda metà del secolo si è strutturata attorno al circuito produzione-consumo che dagli anni ‘90 è stato sostenuto e accelerato dall’enorme sviluppo finanziario e dal conseguente indebitamento. La transizione avviata con la crisi del 2008, e che oggi si è accelerata con gli effetti della pandemia, ha a che fare esattamente con questo schema, ha bisogno di essere portata a maturazione.
In primo luogo, c’è il problema della sostenibilità.
Il modello di vita occidentale, divenuto riferimento mondiale, semplicemente non è sostenibile. Ciò apre questioni enormi, non solo perché gli squilibri ambientali, amplificati dalle tendenze demografiche, provocheranno aggiustamenti di portata biblica (si pensi alle migrazioni), ma anche perché la scarsità di risorse (materie prime, acqua, produzione agricola per effetto della desertificazione) rischia di aggravare i conflitti.
Secondariamente, le conseguenze dell’innovazione tecnologica. Se lasciata a se stessa, la digitalizzazione rischia di creare un neo-taylorismo societario, mentre la progressiva integrazione del corpo umano nelle logiche economiche espone al rischio di una “messa in produzione” della vita in quanto tale.
Infine, la distribuzione delle risorse, problema già grave è oggi divenuto drammatico. La disuguaglianza interna ai singoli paesi tocca livelli mai visti, ulteriormente aggravata dal blocco delle attività di questi mesi.
Da qui la ricerca di una prospettiva nuova: nel momento in cui si sta cercando di reagire allo shock del coronavirus, è urgente lavorare per accelerare la trasformazione che può partire solo da un cambiamento del mind set.
Per società mature, la chiave dello sviluppo – da intendersi come processo dinamico che tiene insieme crescita economica e avanzamento sociale – più che con la “produzione” ha a che fare con quella che è utile chiamare “generazione”.
Cioè, con la centralità strategica dell’investimento su persone, relazioni, comunità.
Nell’ipotesi che risieda lì il vero principio del nostro futuro.
Dal punto di vista dell’efficienza sistemica, il controllo centralizzato, reso possibile dalla digitalizzazione, offre vantaggi evidenti. Ritorna l’idea che “tutto funziona meglio” se diviene possibile un rigido controllo del singolo individuo, che arriva fino alla sua disabilitazione. Un sogno condiviso da tutti coloro che mettono l’organizzazione prima della persona. Così, nel secolo che viene ritornano vecchi dibattiti che sembravano archiviati: quello più micro tra la visione tayloristica e la teoria delle risorse umane; e quello più macro tra centralismo della sorveglianza e libertà imprenditoriale e democratica.
Il confronto con le altre culture – e specificatamente con la Cina – costituisce così un’occasione per l’Occidente – e l’Europa in particolare – per recuperare il senso profondo della propria matrice culturale. E della propria responsabilità storica. Nato e cresciuto sull’idea che la persona non è mai riducibile all’ordine sociale, l’Occidente esiste perché afferma che la creatività e la varietà associate alla libertà superano sempre i rischi di comportamenti negativi e disfunzionali. Un’idea che a livello istituzionale si traduce poi nella decisa opposizione contro ogni forma di monopolizzazione del potere: che sia politico, religioso o tecnocratico.
Di fronte alle conseguenze devastanti del coronavirus, è dunque necessario avviare processi trasformativi che, nel dare risposte concrete ai problemi che assillano la nostra vita sociale, siano in grado di disegnare una nuova cornice di riferimento comune.
Tre sono le “transizioni” prioritarie su cui ci si focalizzerà:
La TRANSIZIONE ECOLOGICA che non si risolve con un patentino di sostenibilità. Occorre ridefinire integralmente il nostro rapporto con l’ecosistema come produttori, consumatori, cittadini.
La TRANSIZIONE ORGANIZZATIVA: puntare sul contributo originale delle persone significa innovare i modi di lavorare, per valorizzare pienamente autonomia e responsabilità e controbilanciare le spinte verso l’irrigidimento dei processi.
La TRANSIZIONE FORMATIVA: abbiamo accumulato un grave ritardo nella formazione delle persone.
Quanto più i sistemi tecnici sono sofisticati, tanto più si deve investire sulle persone. Tenendo conto che formazione non è addestramento.
Cioè, con la centralità strategica dell’investimento su persone, relazioni, comunità.
Dal punto di vista dell’efficienza sistemica, il controllo centralizzato, reso possibile dalla digitalizzazione, offre vantaggi evidenti. Ritorna l’idea che “tutto funziona meglio” se diviene possibile un rigido controllo del singolo individuo, che arriva fino alla sua disabilitazione. Un sogno condiviso da tutti coloro che mettono l’organizzazione prima della persona. Così, nel secolo che viene ritornano vecchi dibattiti che sembravano archiviati: quello più micro tra la visione tayloristica e la teoria delle risorse umane; e quello più macro tra centralismo della sorveglianza e libertà imprenditoriale e democratica.
Quanto più i sistemi tecnici sono sofisticati, tanto più si deve investire sulle persone. Tenendo conto che formazione non è addestramento.
STRUTTURA CONVEGNO
Il convegno AIF 2020 si svolgerà in live streaming.
In ciascuno dei tre pomeriggi del 4,5,6 novembre saranno proposti tre contributi di studiosi ed esperti sui temi focali della giornata, prevedendo anche modalità di interazione e dialogo con i partecipanti.
Verranno costituiti dei gruppi di lavoro che, sulla base degli stimoli proposti nei primi tre giorni dei lavori, avranno l’obiettivo di elaborare prospettive evolutive e progettuali nell’area della formazione nelle organizzazioni.
La mattina di sabato 14 novembre è prevista una sessione in cui i gruppi presenteranno il lavoro svolto e dialogheranno con un panel di relatori che, al termine, proporrà le proprie riflessioni conclusive.
LE DOMANDE
– Cosa è la sostenibilità: rivoluzione storica, retorica, marketing, strategia, valore, possibilità, scommessa?
– Qual è lo stadio evolutivo del pensiero della sostenibilità sul piano della governance interna delle organizzazioni?
– A quali evoluzioni l’idea di sostenibilità chiama le pratiche di gestione delle persone nelle organizzazioni?
– Come sono organizzate e gestite le imprese sostenibili?
– Come sono organizzate e gestite le imprese sostenibili?
– Quale transizione verso la sostenibilità è richiesta alla formazione nelle organizzazioni?
PROGRAMMA
4 NOVEMBRE | H. 14.30 – 19.00
LA TRANSIZIONE ECOLOGICA
14.30 SALUTI E APERTURA DEI LAVORI
Maurizio Milan – Presidente AIF
15.15 LA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Mauro Magatti – Università Cattolica di Milano
Mariana Mazzucato* – Institute for Innovation and Public Purpose di Londra
16.45 DIALOGO CON I PARTECIPANTI
17.30 COFFEE BREAK
18.00 WORKSHOP
Mauro Magatti – Università Cattolica di Milano
Mariana Mazzucato* – Institute for Innovation and Public Purpose di Londra
5 NOVEMBRE | H. 14.30 – 19.00
LA TRANSIZIONE ORGANIZZATIVA
14.30 LA SOSTENIBILITA’ PER LE ORGANIZZAZIONI E PER LE PERSONE CHE LE ABITANO
Fabio Cecchinato – Università Cattolica di Milano
Alberto De Toni – Università di Udine
Marie Anne Dujarier – Université Paris-Diderot
16.00 DIALOGO CON I PARTECIPANTI
17.30 COFFEE BREAK
18.00 WORKSHOP
6 NOVEMBRE | H. 14.30 – 19.00
LA TRANSIZIONE FORMATIVA
14.30 LA FORMAZIONE PER LE ORGANIZZAZIONI SOSTENIBILI
Davide Nicolini – Warwick Business School
Giovanni Foresti – Psicoanalista
Manuela Palma* – Unimib
16.00 DIALOGO CON I PARTECIPANTI
17.30 COFFEE BREAK
18.00 WORKSHOP
14 NOVEMBRE | H. 9.00 – 12.00
LA FORMAZIONE PER LE ORGANIZZAZIONI SOSTENIBILI: IL CORAGGIO DI UN CAMBIO DI PARADIGMA
09.00 RESTITUZIONE DEI LAVORI DI GRUPPO
10.45 COMMENTI AI LAVORI DI GRUPPO E CONCLUSIONI
Maurizio Milan
– Presidente AIF
Mauro Magatti – Università Cattolica di Milano
Fabio Cecchinato – Università Cattolica di Milano
Davide Nicolini – Warwick Business School
Maurizio Milan
* Relatrici in fase di conferma
QUOTE DI PARTECIPAZIONE – EARLY BOOKING ENTRO IL 31 AGOSTO 2020
SOCIO 2020 – importo esente IVA
€ 190,00 QUOTA SOSTENITORE | ORDINARIO invece di € 240,00
€ 90,00 QUOTA UNDER 25ANNI | OVER 65 ANNI | INSEGNANTI invece di € 120,00
NON SOCIO 2020 – importo comprensivo IVA
€ 290,00 SOSTENITORE | ORDINARIO invece di € 340,00
€ 140,00 UNDER 25ANNI | OVER 65 ANNI invece di € 170,00
PUOI PAGARE LA TUA QUOTA DIRETTAMENTE DAL SITO TRAMITE CARTA DI CREDITO O CONTO PAYPAL E POI INVIARE LA SCHEDA DI ADESIONE TRAMITE EMAIL
HAI UN VOUCHER? Scalalo dalla quota – PAGA CON CARTA DI CREDITO QUI DI SEGUITO OPPURE CON UN BONIFICO BANCARIO SUI DATI CHE TROVI NELLA SCHEDA DI ADESIONE
QUOTE DI PARTECIPAZIONE – VOUCHER + EARLY BOOKING ENTRO IL 31 AGOSTO 2020
SOCIO 2020 – importo esente IVA
€ 180,00 (VOUCHER DA 10,00 € + EARLY BOOKING) invece di € 240,00
€ 170,00
(VOUCHER DA 20,00 € + EARLY BOOKING) invece di € 240,00
€ 150,00
(VOUCHER DA 40,00 € + EARLY BOOKING) invece di € 240,00
€ 140,00
(VOUCHER DA 50,00 € + EARLY BOOKING) invece di € 240,00
La partecipazione al Convegno Nazionale rilascia n. 4 crediti AIF
Segui e condividi sui social l’hashtag del Convegno:
#ConvegnoAif2020