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XXV Congresso Nazionale

  • Napoli

XXV CONGRESSO NAZIONALE

ORIZZONTI

L’APPRENDIMENTO PER IL BENESSERE CHE VERRÁ

 

6 (prologo) 7 e 8 novembre
Napoli


Eduardo Galeano, che non era uno storico ma un poeta, scrisse in tre volumi una storia della colonizzazione dell’America intitolandola “La memoria del fuoco”. In essa raccontò centinaia di piccole storie, quasi poesie, corredate da molte definizioni. Quando si trattò di definire l’orizzonte, scrisse che “l’orizzonte è una cosa che quanto più ti avvicini a lei tanto più lei si allontana da te”. Tutti i grandi movimenti di popolazioni nel corso dei millenni si sono fatti inseguendo un orizzonte. Specie quello dell’ovest, quello del tramontare del sole. “Gli uomini”, scriveva Galeano, “inseguono il punto ove vi è più luce”. Il tramonto era il punto dove ci si fermava, e si stava lì il meno tempo possibile. L’orizzonte è il punto dove si sta meno fermi. Lui si allontana e noi lo inseguiamo: così noi non stiamo mai fermi ! Si capisce perché l’idea di orizzonte possa ispirare il XXV Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori. Inseguire un bersaglio mobile (tracking). La formazione è la base di ogni sviluppo e lo sviluppo richiede tempi stretti. Se la formazione rallenta, lo sviluppo rallenta. Quindi ogni sviluppo cerca un suo orizzonte dove l’apprendimento possa accelerare. Facendo in modo da permettere una maggiore espressione e da ridurre al minimo le azioni repressive di rallentamento. Noi possiamo passare facilmente dall’espressione al rallentamento. Quando riduci le possibilità espressive degli uomini e reprimi il loro benessere, ottieni minori possibilità di futuro. Il futuro infatti non esiste in sé, ma dipende da chi se lo inventa. Un orizzonte è uno stimolo per inventare il futuro. Per questo per imparare insieme gli uomini hanno bisogno di poter stimolare la quantità e la qualità del loro apprendimento. Senza apprendimento non si ha benessere o bellessere. Né bontà né bellezza.

L’idea di orizzonte è importantissima per chi vuole imparare a cambiare qualcosa. Per capirne l’importanza possiamo partire da una sua definizione: l’orizzonte è la linea apparente circolare seguendo la quale il cielo sembra toccare la terra o il mare o il monte. È la parte del cielo vicina a questa linea, ove possono stare nuvole, sole, luna e stelle. Tuttavia è anche il campo ove la mente può spaziare, una concezione visiva, una rappresentazione del mondo. Una visione geografica, ma anche acustica, olfattiva, e persino ultra terrestre o planetaria.

In definitiva orizzonte significa confine, limite e quindi estensione di una qualsiasi attività. Orizzonte, quindi, come dimensione temporale. Capacità di raffigurare mentalmente i fatti passati, presenti e, soprattutto, futuri. Spesso orizzonte temporale è sinonimo di capacità di previsione, di sensibilità strategica.

L’orizzonte presente è difficile. Stiamo vivendo momenti esilaranti e ansiogeni. Esilaranti perché ci prefiguriamo un futuro diverso e migliore, che ci porti fuori dalle difficoltà in cui (da tempo) viviamo. Ansiogeni perché siamo abituati a un benessere difficile da conquistare perché tutto a questo mondo (almeno così ci hanno insegnato) si paga caro e si ottiene con fatica. Oggi però sta cambiando qualcosa. Da pochi anni sono cominciate le speranze di decriminalizzare il benessere. Oggi sono poche le cose vietate. L’indice dei libri proibiti non esiste più. Ma dobbiamo ancora lottare per difendere il diritto di apprendere. Ed anche il dovere di farlo.

Con questi e altri pensieri si svolgerà a Napoli il XXV Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori, con il titolo “Orizzonti” l’apprendimento in Italia.

Questa è una frontiera verso il futuro con cui gli uomini dovranno sempre più fare i conti. Il tempo è diventato plurale e richiede una maggiore dilatazione, cioè maggiori capacità di spaziare nel futuro, sempre considerando la massima, per cui il futuro non si prevede, ma si inventa. È in corso, dopo la grande ondata di soggettività, un’emergenza straordinaria di futuro, di desiderio di impadronirci del nostro orizzonte, dimenticando le vendette e riconoscendo l’utilità del perdono per il nostro benessere. Ed è evidentemente sempre più possibile pensare alla speranza con la seguente massima che rende affascinante pretendere che l’apprendimento futuro possa essere nostro e la nostra voglia di difenderlo dall’assoggettamento in corso diventi una necessità. Convinti sempre più che la speranza di benessere è già benessere.

Questo 25° Congresso di Napoli vuole essere, però, anche una frontiera che difenda tutti coloro che vogliono svilupparsi ed apprendere nonostante gli attacchi che il dominio vigente porta per mantenere l’assoggettamento su cui si fonda. Il Congresso si svolgerà in una sala dedicata ad una Scuola della Pace fondata dalla Provincia di Napoli allo scopo di facilitare il passaggio dalla società dei guerrieri a quella delle connessioni. Si è scelto un luogo dove il dominio ha scarse possibilità di limitare il pensiero creativo e quindi non necessita di apparati costosi o procedure complesse. Ci si limiterà ad avere uno spazio ristretto nel conforto di una condizione ove esiste una possibilità di espressione partecipativa e di autogestione sia economica che psicologica. Questa formula economica di tenere un congresso nazionale dipende dalla situazione di crisi in cui la nostra società si trova e dalle limitate risorse economiche della nostra Associazione, tuttora danneggiata da conflittualità interne. Ed allo scarso appoggio da parte del dominio vigente.

Avremo una semplice sala con sedie mobili e con un minimo impianto sonoro e video. Non avremo attività che riteniamo superflue come cene di gala o mostre librarie o pittoriche. Seguiremo una metafora simile a quella di Merano, con regate ed equipaggi che si affronteranno/confronteranno in dibattiti sul tema generale dell’orizzonte e dello specifico orizzonte dei giovani. Il congresso tenterà di occuparsi soprattutto dei giovani che, come soggetti dello sviluppo, sono i più danneggiati dall’attuale crisi e dalle pressioni che il dominio esercita per diminuire l’apprendimento e per rinforzare l’assoggettamento. Oggi l’antidoto a questa avversione crescente ai processi ed alle istituzioni dell’apprendimento è rappresentato dalla parità e dalla diffusione dell’idea di cittadinanza. Il 25° Congresso AIF a Napoli è un esperimento di parità. Il secondo di una terna che l’AIF ha iniziato a Merano e che proseguirà l’anno prossimo seguendo lo slogan “impariamo assieme”. E’ un Congresso dedicato ai giovani ed al loro attuale orizzonte che si interfaccia con la scuola, la cittadinanza e il lavoro, tre settori in cui il domino sta esercitando limitazioni, tagli e repressioni capaci di smorzare le già scarse motivazioni all’apprendimento ed allo sviluppo. Discuteremo di tutto questo ricordandoci sempre che il futuro non si prevede … si inventa.
 
Organizzazione

Il congresso rappresenta un tentativo di fare sentire la nostra cive anche in un momento come questo, mentre è molto difficile farsi ascoltare. Le regate, rappresentano il fil rouge che legano questo Congresso con quello di Merano. Però sono giocate da tre equipaggi composti ciascuno da un massimo di 3 relatori/giocatori coordinati da uno skipper. Questi equipaggi si confrontano sul tema:
 

QUALE FORMAZIONE PER I GIOVANI
di fronte alla scuola, alla cittadinanza ed al lavoro

Ognuno dei tre equipaggi è caratterizzato da una mentalità particolare, una di tipo istituzionale, un’altra di tipo “professionalizzante”, ed un’altra ancora è più propensa alla managerialità ed alla gestione organizzativa. Le “strategie di navigazione” saranno comunque decise dai rispettivi equipaggi coordinati dal proprio skipper.

Il campo di regata sarà rappresentato, fisicamente all’interno del Congresso, da un punto al centro della sala ove sarà posto il comitato di regata.

Gli equipaggi, riconoscibili perché indosseranno una sciarpa dello stesso colore, saranno ai 3 angoli della sala al di sotto di una grande vela del colore della sciarpa.

E’ prevista la possibilità d’intervento da parte di 4 “provocatori”, definiti “raffiche di vento” che potranno interrompere i relatori portando argomentazioni favorevoli o contrarie alla tesi esposta.

Il pubblico si disporrà liberamente attorno al campo di regata. Le regate saranno seguite e regolate da un Comitato di regata composto da tre giudici effettivi.

Alla fine di ogni regata sarà aperto lo spazio di intervento per il pubblico che si prenoterà tramite una scheda da consegnare al Comitato di regata.

La valutazione dei giudici di gara si basa sulla maestria degli equipaggi di restare all’interno dello spazio di navigazione, affrontando i temi non con un approccio teorico ma di racconto dell’esperienza, e di proporre concrete prospettive di risoluzione delle tematiche oggetto della navigazione.

Ciascuna regata, si svilupperà secondo le seguenti regole di navigazione:

5 minuti introduzione al tema del Comitato di regata/Giuria
15 minuti per ciascun equipaggio per esporre la propria tesi (15’x3)
10 minuti per eventuali “raffiche di vento” (2,5’x4)
30 minuti per interventi del pubblico (3’ x 10)
5 minuti per ciascun equipaggio per approfondire (5’x3)
15 minuti per interventi del Comitato di regata/Giuria (5’x3)
Tot. 5’
Tot. 45’
Tot. 10’
Tot. 30’
Tot. 15’
Tot. 15’
Totale 120’

Cioè una competizione – regata dura due ore

 


La partecipazione al XXV CONGRESSO NAZIONALE è gratuita per i Soci in regola con il pagamento dell’iscrizione ad AIF per l’anno 2013 e per gli invitati della Delegazione AIF Campania, mentre è a pagamento per i non Soci.

Per motivi organizzativi è necessaria l’iscrizione ed essendo la partecipazione a numero programmato
(80 posti), sarà data priorità alle adesioni pervenute tramite la scheda di adesione, secondo l’ordine cronologico di ricevimento


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