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Opportunità dinamiche

  • 02:30 PM
  • Salone Margherita - Galleria Umberto I - Napoli

OPPORTUNITÁ DINAMICHE

Il lavoro del futuro

 

Per immaginare il lavoro del futuro bisogna abbandonare l’attuale percezione negativa della realtà. Bisogna alimentare la speranza di maggiore benessere indotta dalla possibilità.
Ogni elemento della realtà ha in sé la possibilità di quello che potrebbe essere e che sfugge alla nostra comprensione. Il ruolo della formazione, o meglio dell’apprendimento, è quello di aprire la mente a una “invenzione possibilizzante”.

Il lavoro non esiste, va inventato di volta in volta sulla base delle possibilità che si intravedono tra le maglie della realtà. Il nuovo nasce nel momento in cui la persona va oltre il senso della realtà per indagare l’universo del senso della possibilità.

La realtà del mondo in cui ci accade di vivere non è altro che uno dei mondi possibili, sono la possibilità e la nostra capacità di immaginare la scelta migliore che ce la rappresenta. Il rimorso, il rimpianto, la speranza e la paura sono stati d’animo che nascono proprio dalla consapevolezza del possibile, di cose che sono andate in un modo quando sarebbero potute andare in un altro modo. Cose che potrebbero accadere e la cui semplice possibilità potrebbe produrre degli effetti significativi sulla nostra esistenza.

Focalizzare l’attenzione sulla attuale situazione della realtà significa validare la consapevolezza che ciò che è accaduto poteva accadere in modo differente, che quello che abbiamo fatto poteva esser fatto in altro modo.

Bisogna abbandonare quelle circostanze in cui le nostre vite restano inchiodate dal senso della realtà, trasformato e congelato nel senso della necessità. Non è vero che non c’è alternativa, è solo la percezione opaca della necessità che rischia di oscurare il senso della possibilità, amplificando la forza delle nostre risposte semplicistiche dettate dal rammarico, dalla paura o dal rimpianto piuttosto che vivificate dalla forza della speranza di un futuro migliore. Dobbiamo accelerare i nostri processi di apprendimento al fine di ampliare il ventaglio delle circostanze possibili.

Il lavoro futuro non nasce da modi di convivenza, istituzioni e pratiche sociali del tutto diverse da quelle attuali, tuttavia la realtà non deve consegnare il senso della possibilità al ferreo destino della necessità. Non un’utopia di mondi possibili ma un’utopia realistica, un modo per esplorare possibilità alternative, entro lo spazio che il mondo ci concede.

Il possibile non verrebbe mai raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile. Si capisce quindi che l’esperienza umana è contraddistinta dalla speranza, dall’elemento intrinsecamente utopico della vita che ha permesso di realizzare l’impossibile. L’attuale depressione è frutto del drastico azzeramento dell’utopia. Il lavoro del futuro sarà conseguenza della nostra possibilità di reinventarci, di perderci, di inciampare, di errare e di ritrovarci nel tempo.

 

 


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