fbpx

Agnese Salvagno

Categories: AIF,Interviste

AGNESE SALVAGNO

salvagno-agnese150

 
 
Experiential Trainer, STC Changes Strategies

Micro e macro interagiscono costantemente generando motivazioni, impegno e partecipazione della persona. Per questi motivi il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre più esperienziale, e il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni.
Quali sono i metodi e gli strumenti a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitivo, organizzazione e persona al fine di arrivare alla giusta comprensione delle dinamiche economiche e industriali, all’uso consapevole della tecnologia e al corretto sviluppo personale?

L’abbiamo imparato fin da piccoli: per rimanere in equilibrio in bicicletta occorre prendere velocità. La confidenza diminuisce se cresce il desiderio di controllare i pedali e aumenta se portiamo lo sguardo verso il futuro. Il mondo di oggi, per le persone che lavorano nelle organizzazioni, è un mondo in cui si può trovare equilibrio solo se si riesce ad aumentare la velocità, in un continuo movimento a pendolo tra l’esterno e l’interno, in un mondo digitalizzato in cui le barriere non sono più quelle fisiche ma piuttosto quelle delle nostre menti. In un contesto di questo genere, il ruolo del formatore è quello di fornire degli strumenti per riuscire a fissare correttamente l’obiettivo verso cui andare e contemporaneamente le tecnicalità per, continuando la metafora della bicicletta, saper pedalare e per riuscire a perdere la necessità di esercitare il controllo e per rendersi conto dei nuovi confini: la formazione esperienziale, se portata verso esperienze fisicamente forti ed impegnative, può sicuramente aiutare in questo.

 

La terza rivoluzione industriale, nel 1970, ha segnato la nascita dell’informatica. La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora definita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile identificarne l’atto fondante. La moltiplicazione della complessità è una delle caratteristiche dell’innovazione, per cui di fronte a una tecnologia sempre più amichevole e familiare, ci si confronta con un’incertezza continua che rende complesso identificare il senso e la direzione del cambiamento. Ci avviamo verso un futuro in cui intelligenza artificiale, robotica e persone interagiranno nelle nostre organizzazioni.
In questo contesto quali metodi e strumenti possono essere utilizzati nella formazione professionale per facilitare un inserimento sensato e un uso consapevole di tecnologie abilitanti fondamentali per l’internazionalizzazione e la realizzazione di Industria 4.0?

Una delle tecnologie abilitanti più strategiche dell’industria 4.0 è quella dei COBOT, dei robot collaborativi, che devono imparare ad interagire in maniera predittiva e adattiva con le persone, seguendo non percorsi pre-settati, ma seguendo le necessità delle persone con cui collaborano. Estendendo questo concetto a tutta l’integrazione mondo digitale/mondo fisico, si impone quindi una nuova filosofia di leadership, in cui quindi le persone sono chiamate ad essere riconosciute come leader autorevoli non più da persone, ma da macchine. Risulterà fondamentale riuscire ad entrare in una sorta di empatia digitale con le macchine, esercitando pazienza e focalizzazione: a tal riguardo ritengo un utile viatico delle sessioni in outdoor con i cavalli, in cui imparare a sperimentarsi con risorse che utilizzano un linguaggio differente deal nostro. Si dice infatti che Il cavallo è una metafora che mette in luce chi siamo veramente; è come uno specchio che riflette i messaggi che indirettamente gli diamo attraverso la postura, lo sguardo o i gesti.

 

I giovani si trovano di fronte a nuove e importanti sfide che prospettano rischi e opportunità. La trasformazione digitale ha portato un cambiamento della natura stessa del lavoro che causerà un inevitabile riassestamento della società. In settori storici stanno scomparendo numerosi posti di lavoro mentre altri segmenti di mercato vivono un momento fiorente sollecitando la continua ricerca di nuove figure professionali. Cambiano di conseguenza le competenze e le abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma rivestiranno altrettanta importanza il pensiero critico e la creatività da impiegare per attività di co-progettazione e co-sperimentazione di prodotti o servizi innovativi.
Quale formazione ritiene utile per supportare l’evoluzione delle organizzazioni e lo sviluppo di nuova occupazione?

Le organizzazioni si sono evolute nel tempo da strutture piramidali lineari, caratterizzati da un forte accentramento, poca de-responsabilizzazione e bassissima interazione, a strutture matriciali, in cui vengono incentivate le interazioni e in cui i centri di competenza diventano a servizio delle varie business unit. Anche questa visione sta diventando però superata da un approccio tri, anzi quadri-dimensionale, in cui è fondamentale capire l’interazione stretta non solo delle business unit, ma di tutte le funzioni aziendali e in cui il tempo diventa la variabile più importante. Le organizzazioni devono diventare sempre più veloci ad arrivare al mercato e soprattutto ancora più veloci ad adattarsi in funzione dei feedback del mercato, come insegnano le tematiche del Minimum Variable Product sviluppate dal Lean Thinking negli Stati Uniti. In un contesto di questo genere, la capacità di assumere velocemente decisioni, di vivere i problemi come opportunità, non solo di crescita e di miglioramento aziendale, ma anche personale, diventa fondamentale. Il formatore diventa quindi utile come facilitatore, attraverso metodologie come il Design Thinking o il World Cafè, per allenare le persone a focalizzarsi sul cuore delle questioni e ad elaborare prima in autonomia e poi mediando in gruppo soluzioni efficaci per le organizzazioni.


 

Torna all’elenco delle interviste

0