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Alberto Di Capua

Categories: AIF,Interviste

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ALBERTO DI CAPUA

Progettista, facilitatore e formatore

Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?

La formazione oggi ha una grande priorità: mai allentare la presa sul problema della riduzione del ‘digital divide’, che non è quello di dieci o vent’anni anni fa. Prima c’erano quelli che usavano i pc e quelli che neanche sapevano cosa fossero. Oggi c’è un continuo rincorrersi tra quelli che usano sempre più disinvoltamente dispositivi digitali ed App e quelli che faticosamente arrancano. La questione risiede non nella scarsa capacità di questi ultimi, piuttosto nella elevata interattività e competenza raggiunta dai primi. Tuttavia i primi è difficile che si possano rallentare, con i secondi invece ci si può lavorare. Ma dove? Il contesto giusto ritengo che sia la scuola dove gli adulti (genitori ed insegnanti) sperimentano direttamente lo scollamento marcato che c’è tra loro ed i giovani studenti. La scuola sta aumentando la dotazione di dispositivi digitali ed app educative e quindi si ritiene che la competenza didattica del corpo docente aumenterà velocemente per poter dare risposte in linea alle esigenze dei loro studenti. Rimangono fuori i genitori per i quali sono necessari interventi mirati e persistenti affinché decidano finalmente di varcare quella difficile porta dell’’inferno digitale’.

 

Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?

Lo strumento formativo oggi direi unico per la sua efficacia comunicativa sia per gli adulti che per i giovani/ molto giovani è il video di animazione. Il video per la sua potenziale viralità è in grado di raggiungere chiunque offrendo i contenuti più disparati. Abbiamo moltissimi esempi di Youtubers seri e meno seri capaci di ottenere migliaia di followers per i loro messaggi che inviano quasi con cadenza giornaliera. Anche alcuni insegnanti hanno compreso l’utilità di un video piuttosto che di una noiosa lezione frontale; tanto è vero che essi stessi producono dei video di animazione con la loro voce per ottenere immediato coinvolgimento da parte dei loro studenti. A ben guardare questo strumento è ancora una piccolissima minoranza a saperlo usare, perché naturalmente necessita un po’ di esperienza ma soprattutto un po’ di competenza tecnica (sceneggiatura, riprese, montaggio, diffusione). Naturalmente quando dico di produrre un video attraente per i discenti non significa riprendere un docente che fa la lezione come se la facesse in presenza. Perché in tal caso il risultato sarebbe del tutto deludente.

 

La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano.Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?

Flippare la didattica vuol dire mettere al centro dell’apprendimento le persone stesse con i loro tempi e le loro modalità necessarie a trovarsi gli oggetti che gli servono per il loro sviluppo. Oggi la rete è la più grande banca dove versare e prelevare i propri apprendimenti e quindi non può che essere una grande opportunità di sviluppo. Un esempio banale. Se devo scrivere un semplice post su un determinato argomento devo essere in grado di cercare quello che mi serve. Se non lo so fare perderò tanto di quel tempo che alla fine rinuncerò a scrivere il mio post perché carente delle informazioni necessarie. Ecco questa è la mission! Far si che i ragazzi fin dalla più tenera età vengano educati a costruirsi la loro banca personale che non è affatto una questione fisica ma di processo. Ossia imparare a cercare per poter operare.


 

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