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Alessio Vaccarezza

Categories: AIF,Interviste

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ALESSIO VACCAREZZA

CEO Methodos Italia

Siamo nel pieno di una radicale trasformazione, siamo nella quarta rivoluzione industriale, nell’era dell’esponenzialita’, nell’era della digitalizzazione, siamo nella fase di riscrittura di modelli di business, di “new way of working”, di ripensamento dei paradigmi organizzativi e manageriali per cogliere le potenzialità che il digitale e le nuove tecnologie offrono: e’ un terreno di scoperta, di sperimentazione, di potenzialità e possibilità. Una straordinaria era in cui vivere, una straordinaria era in cui lavorare.
Oppure… siamo nel pieno della crisi di modelli, siamo nella cosiddetta VUCA era, cioè volatile, incerta, complessa e ambigua, in un mercato globale con visioni locali, in contesti sociali segnati da un enorme divide culturale tra generazioni, in contesti organizzativi guidati da un management giurassico dal punto di vista della cultura e capability digitale, con scarsa capacità di identificare la propria digital transformation.
Quale dei due modi di vedere il mondo ci rappresenta di più? L’opportunità o la crisi? La scelta è questione di mindset, è questione di come si interpreta la relazione tra noi e ciò che sta accadendo attorno a noi, è questione di quale ruolo si decide di avere in questo scenario. È una scelta profonda, una scelta tra voler essere leader o voler essere follower. È una scelta tra chi in questo scenario ha il coraggio di misurarsi con lo spazio di possibilità e chi punta a confermare lo status quo.
Ciò vale a livello individuale, di team, di organizzazione. L’ingrediente primo, non sufficiente, ma necessario da cui tutto nasce nelle grandi fasi trasformative è il growth mindset, il mindset vincente, contrassegnato dal coraggio di pensare fuori dagli schemi (Airbnb, Uber e altri sono esemplari), di progettare il futuro (Amazon docet), di sbagliare e di rialzarsi e di reinvestire nella scoperta (Elon Musk ce lo insegna), di scommettere sulla propria capacità di cambiare (Netflix ce lo ha dimostrato). Qual è il nostro mindset? Qual è il mindset della nostra organizzazione? Quanto il mindset è una nostra priorità? Le conoscenze e le competenze individuali e collettivi non esprimono il massimo delle potenzialità se non trovano un terreno culturale adeguato. Il mindset è un moltiplicatore di opportunità. E il mindset è un fattore umano.
Ma non può essere il solo. Il mindset deve viaggiare in tandem con un altro ingrediente: la changeability organizzativa. La longevità delle aziende è calata esponenzialmente. La digitalizzazione e l’affermarsi di nuovi modelli di business viaggiano a una velocità decisamente superiore rispetto alla capacità di molte organizzazioni di cambiare. Aziende reattive, aziende focalizzate nell’illusione di consolidare il proprio vecchio vantaggio competitivo che si sta sciogliendo come neve al sole, aziende storiche che vivono il presente con lo sguardo verso un passato di successo, semplicemente non ci saranno più nel giro di poco tempo, spazzate via da uno tsunami digitale.
È un tema di changeability, di capacità di cambiare andando oltre alle tipiche resistenze e alle fisiologiche forze conservatrici. Ogni organizzazione, come ogni persona ha in sé le potenzialità di cambiare, spesso ciò che manca è la fiducia in questa potenzialità, così come la capacità di far emergere tale potenzialità e indirizzarla efficacemente. Non esistono panacee tecnologiche in grado di innovare e digitalizzare in modo perfetto i processi aziendali; non è possibile costruire o selezionare strumenti che possano adeguarsi perfettamente alle individualità operative. È invece necessario chiedersi come supportare e accompagnare al meglio le persone in percorsi di cambiamento culturale che predispongano il tessuto organizzativo ad accogliere, a proporre, a introdurre le trasformazioni tecnologiche in corso, facendo sì che tutte le persone comprendano il valore del cambiamento, maturino consapevolezza sulle opportunità e le possibili criticità che esso porta con sé e vivano con ingaggio e motivazione l’essere agenti attivi del cambiamento nell’era della digitalizzazione.


 

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