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Chiara Cecutti

Categories: AIF,Interviste

CHIARA CECUTTI

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Executive & Life Coach, Counsellor e Team Building Expert

Micro e macro interagiscono costantemente generando motivazioni, impegno e partecipazione della persona. Per questi motivi il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre più esperienziale, e il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni.
Quali sono i metodi e gli strumenti a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitivo, organizzazione e persona al fine di arrivare alla giusta comprensione delle dinamiche economiche e industriali, all’uso consapevole della tecnologia e al corretto sviluppo personale?

Ogni processo formativo, e quindi di apprendimento, finalizzato al cambiamento e miglioramento personale o professionale che sia coerente e al passo con i nuovi e mutevoli scenari sociali, organizzativi ed economici, richiede oggi una metodologia il più possibile basata e incentrata sulla condivisione di esperienze e di obiettivi tra formatore e discenti. In questo senso il Coaching, che rappresenta in modo più specifico il mio ambito di competenza e che si colloca, grazie al suo grado di personalizzazione, tra gli strumenti più efficaci in termini di sviluppo sui quali puntare in futuro, prevede infatti che l’obiettivo di ogni percorso identificato dall’Azienda debba essere consapevolmente condiviso con il fruitore al fine di garantire la riuscita del processo stesso.
Oltre alla rilevanza della condivisione tra formatore e discenti, centrale è anche la competenza in termini di intelligenza emotiva che dovrà appartenere sempre più anche al formatore d’aula, così come già appartiene per definizione al Coach in quanto il suo compito non è di intervenire attivamente proponendo modelli precostituiti bensì di guidare e sostenere il Coachee a sviluppare e a usare al meglio le sue stesse risorse per potenziare le proprie performance.
Infine, nella triangolazione tra dinamiche economico-industriali, nuove tecnologie e sviluppo personale, sarà sempre più necessario inserire nei processi formativi il concetto di co-responsabilizzazione rispetto agli obiettivi di performance, ovvero la capacità di considerare la propria azione come elemento di responsabilità personale e professionale, cosa peraltro già cruciale nel Coaching.

 

La terza rivoluzione industriale, nel 1970, ha segnato la nascita dell’informatica. La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora definita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile identificarne l’atto fondante. La moltiplicazione della complessità è una delle caratteristiche dell’innovazione, per cui di fronte a una tecnologia sempre più amichevole e familiare, ci si confronta con un’incertezza continua che rende complesso identificare il senso e la direzione del cambiamento. Ci avviamo verso un futuro in cui intelligenza artificiale, robotica e persone interagiranno nelle nostre organizzazioni.
In questo contesto quali metodi e strumenti possono essere utilizzati nella formazione professionale per facilitare un inserimento sensato e un uso consapevole di tecnologie abilitanti fondamentali per l’internazionalizzazione e la realizzazione di Industria 4.0?

L’utilizzo di tecnologie abilitanti basate su intelligenza artificiale non può che produrre un sensibile impatto strutturale al quale le persone coinvolte da tale nuova rivoluzione sono necessariamente chiamate a far fronte. Metodi e strumenti formativi dovranno quindi puntare a evidenziare quell’integrazione di valore e contributo che le persone possono e devono generare rispetto a tale cambiamento innovativo, in vista della realizzazione della cosiddetta Industria 4.0. Per fare ciò, la formazione dovrà pertanto perseguire sistemi di sviluppo in cui l’obiettivo primario dei singoli processi di implementazione consista nella predisposizione all’astrazione intesa come necessità di ragionare, analizzare, preventivare, operare insomma per elementi di carattere “immateriale” che siano tuttavia direttamente strettamente connessi allo sviluppo pratico del lavoro.

 

I giovani si trovano di fronte a nuove e importanti sfide che prospettano rischi e opportunità. La trasformazione digitale ha portato un cambiamento della natura stessa del lavoro che causerà un inevitabile riassestamento della società. In settori storici stanno scomparendo numerosi posti di lavoro mentre altri segmenti di mercato vivono un momento fiorente sollecitando la continua ricerca di nuove figure professionali. Cambiano di conseguenza le competenze e le abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma rivestiranno altrettanta importanza il pensiero critico e la creatività da impiegare per attività di co-progettazione e co-sperimentazione di prodotti o servizi innovativi.
Quale formazione ritiene utile per supportare l’evoluzione delle organizzazioni e lo sviluppo di nuova occupazione?

Credo sia necessario progettare un tipo di formazione che sostenga le persone nella costruzione di un proprio profilo professionale integrato in grado di rispondere alle mutevoli sollecitazioni del mercato del lavoro, di una vera e propria identità professionale, oserei dire, composta da competenze sia tecnico-specialistiche che trasversali in cui le prime siano tagliate su un preciso ambito d’azione e le seconde rappresentino il quadro di riferimento generale. Sono convinta che la nuova frontiera della formazione professionale, e il Coaching ne è un calzante esempio, debba puntare a sviluppare e ad utilizzare al meglio capacità di cui si è già in possesso ma che vanno riscoperte e affinate. Tra queste: amministrare il proprio tempo, gestire le informazioni, la comunicazione e le relazioni interpersonali e interprofessionali, individuare gli stakeholder del proprio lavoro, operare per obiettivi, puntare a creare valore e al miglioramento continuo inteso come dinamica eccellente. E ancora essere consapevolmente responsabili, superare le logiche di processo, utilizzare il pensiero laterale nella definizione delle alternative e delle soluzioni.


 

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