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Emanuel Benedetti

Categories: AIF,Interviste

EMANUEL BENEDETTI

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Responsabile for financed training – Projectland Srl

Micro e macro interagiscono costantemente generando motivazioni, impegno e partecipazione della persona. Per questi motivi il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre più esperienziale, e il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni.
Quali sono i metodi e gli strumenti a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitivo, organizzazione e persona al fine di arrivare alla giusta comprensione delle dinamiche economiche e industriali, all’uso consapevole della tecnologia e al corretto sviluppo personale?

In questa società fluida l’economia digitalizzata vanta strumenti utili al formatore quali:
– Social media. Da usare per anticipare i trend, aprire blog, creare una propria community, far video presentazioni, crear ebook , far dirette live pubbliche, produrre podcast audio o produrre interviste (creazione palinsesto)
– Gruppi di discussione tematici aperti e chiusi (analisi dei casi reali…)
– Siti di tracciamento dei trend — https://feedly.com/
– Laboratori esperenziali che siano vere palestre per il futuro -le persone possono creare contenuti e condividerli

 

La terza rivoluzione industriale, nel 1970, ha segnato la nascita dell’informatica. La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora definita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile identificarne l’atto fondante. La moltiplicazione della complessità è una delle caratteristiche dell’innovazione, per cui di fronte a una tecnologia sempre più amichevole e familiare, ci si confronta con un’incertezza continua che rende complesso identificare il senso e la direzione del cambiamento. Ci avviamo verso un futuro in cui intelligenza artificiale, robotica e persone interagiranno nelle nostre organizzazioni.
In questo contesto quali metodi e strumenti possono essere utilizzati nella formazione professionale per facilitare un inserimento sensato e un uso consapevole di tecnologie abilitanti fondamentali per l’internazionalizzazione e la realizzazione di Industria 4.0?

Non è possibile soddisfare la domanda formativa dei propri clienti se non ci si avvale delle giuste attività e tecnologie. Sempre più operatori della formazione stanno costruendo delle “matrici operative” ove, a seconda delle necessità e problemi del proprio interlocutore, si opta per determinate metodologie e tecnologie. Grazie ai forti investimenti di Facebook e Google, gli ultimi anni vedono un grande interesse e fermento per come le tecnologie immersive quali la realtà aumentata, la realtà virtuale ed il 3d mapping, sapranno generare immediato valore aumentando l’engagement e l’involvement del personale in azienda.

 

I giovani si trovano di fronte a nuove e importanti sfide che prospettano rischi e opportunità. La trasformazione digitale ha portato un cambiamento della natura stessa del lavoro che causerà un inevitabile riassestamento della società. In settori storici stanno scomparendo numerosi posti di lavoro mentre altri segmenti di mercato vivono un momento fiorente sollecitando la continua ricerca di nuove figure professionali. Cambiano di conseguenza le competenze e le abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma rivestiranno altrettanta importanza il pensiero critico e la creatività da impiegare per attività di co-progettazione e co-sperimentazione di prodotti o servizi innovativi.
Quale formazione ritiene utile per supportare l’evoluzione delle organizzazioni e lo sviluppo di nuova occupazione?

Qualsiasi algoritmo, sistema di intelligenza artificiale, sistema neurale, sistema di automazione in divenire può accorpare infinite operazioni e mansioni ma – ad oggi – non può sostituirsi alla variabile umana fatta di emozioni, cultura, saperi, sentimenti, spirito, cuore ed etica. Apparentemente le persone in questo momento stanno subendo pesantemente le ricadute di questo processo in atto in termini di perdita del posto di lavoro, incapacità a ricoprire nuovi ruoli e mansioni in tempi rapidi a causa sia del gap culturale, sia della mancanza di skills digitali adeguate. In questo contesto il “sistema della formazione” potrà gradualmente ribaltare la situazione se riuscirà a stimolare nelle persone il pensiero critico e la consapevolezza dei processi in corso. Saper padroneggiare le tendenze in atto è la chiave di svolta: per arrivarci occorre essere adeguatamente supportati in termini di contenuti, metodologie e tecnologi, nonché essere messi nelle condizioni di poter sperimentare nuove soluzioni in azienda, on-line e a casa. Solo le persone e non le macchine possono trovare risposte etiche, adeguate a problemi sempre più complessi e trasversali. La macchina diventa invece uno strumento al servizio di un disegno e progetto ben più ampio.


 

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