fbpx

Filippo Bitti

Categories: AIF,Interviste

bitti 150   

FILIPPO BITTI

Dottore in ingegneria aerospaziale RSPP, formatore, CSE
modellatore 2d-3d

Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?

Nonostante la progressiva robotizzazione delle linee di produzione e l’implementazione dell’ AI nelle attività tradizionali, dalle diagnosi mediche alle applicazioni legali, il fattore umano può e deve restare determinante ed al centro di ogni contesto, sociale e lavorativo. I nuovi sviluppi tecnologici richiedono intraprendenza, schiudono nuove opportunità ed introducono ad un nuovo umanesimo, e soprattutto, rendono necessaria una nuova concezione della formazione, individuale e delle organizzazioni, che dovrà esaltare il valore aggiunto esclusivamente proprio dell’individuo. Una formazione diffusa, trasversale ai settori tradizionali ed improntata al coinvolgimento consapevole. L’evoluzione non potrà prescindere da una sempre più spinta ibridizzazione uomo-macchina, e la formazione sarà il catalizzatore del cambiamento.

 

Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?

Il progresso tecnologico è condizione necessaria allo sviluppo e al benessere, libera l’uomo dalle mansioni più pericolose e ripetitive, e la formazione per sua stessa natura deve coniugare la necessità di recuperare esperienze ed insegnamenti del passato alla necessità di educare e favorire il cambiamento, utilizzando le nuove possibilità fornite dalla digitalizzazione, dalla condivisione del sapere, dalla manifattura additiva, dalla realtà aumentata. In tal modo la formazione-educazione diviene volano economico e strumento essenziale di sviluppo, condivisione del sapere. La sostenibilità del modello economico dovrà costruirsi sulle fondamenta della corretta compenetrazione tra fattore umano, biologico e culturale, appendice tecnologica, sia essa protesi robotica o estensione virtuale, e distribuzione di responsabilità nelle organizzazioni sociali e produttive. Formare sarà lo strumento con cui guidare i cambiamenti, creare nuove possibilità, ed affrontare le inevitabili crisi dovute alle rivoluzioni sociali, produttive e culturali.

 

La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano.Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?

La formazione, ed il formatore, devono, oltre a somministrare le conoscenze più avanzate, fornire strumenti di interpretazione critica della realtà, attraverso valori come la dedizione e il senso di responsabilità e sacrificio. Il caso può fornire la singolarità, il punto di partenza, l’occasione inaspettata, ma solo la coscienza di sè stessi, l’intraprendenza e la preparazione consentono la crescita personale ed il progresso economico e sociale diffuso. Si deve fornire all’uomo gli strumenti scientifici e culturali per governare gli eventi e sfruttarne le opportunità, addestrare alla risoluzione dei problemi pratici simulando ed ipotizzando scenari futuribili, preparare all’evoluzione con lo sguardo ben rivolto al futuro e le radici ben salde nel passato.


 

Torna all’elenco delle interviste

0