FILIPPO GALIEROLaureato in scienze cognitive |
Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?
In ambito economico la tecnologia può svolgere due ruoli: acceleratore di processi produttivi già in essere, oppure sorgente di possibilità nuove che conducono i creativi su terreni inesplorati. Ritengo che quest’ultima sia decisamente la funzione più interessante da considerare per chiunque si occupi di fattore umano perchè è quella che può creare inquietudine nei soggetti che coinvolge. In un contesto che evolve così rapidamente, la formazione può assolvere un ruolo centrale non tanto trasmettendo contenuti, quanto strumenti concettuali versatili per affrontare problemi ignoti e creare reti per la condivisione delle soluzioni scoperte.
Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?
Penso che il soggetto individuale o economico al giorno d’oggi abbia tra le mani uno strumento estremamente potente: la rete di accesso alle informazioni offerta dalla tecnologia. Non solo conoscenze conservate in database, ma competenze in possesso di professionisti del loro campo accessibili come mai prima d’ora. Le possibilità di comunicazione odierne consentono di mettere in relazione pensieri, competenze, dati, coprendo qualsiasi distanza ad un costo economico ed organizzativo minimo. Sta al formatore stimolare gli interessati alla sperimentazione di soluzioni innovative.
La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano. Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?
La condizione perchè la crescita individuale possa avvenire in maniera virtuosa è che la persona possieda un forte senso di autoefficacia. Questo consente al soggetto di interpretare i fallimenti come occasioni di trasformazione, le sfide come obiettivi, il successo di altri come incentivo. Compito del formatore è stimolare la creazione di un ambiente sociale che rafforzi il senso di autoefficacia delle persone che lo compongono.