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Ingrid Checchi

Categories: AIF,Interviste

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INGRID CHECCHI


Formazione, servizi, ICT

Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?

Non credo che ad oggi a prevalere sia il timore delle nuove tecnologie e questo lo vedo come un rischio ulteriore, proprio in quanto il timore di una spersonalizzazione, di una disumanizzazione a cui queste potevano portare, per molto tempo ha preservato da esse, mentre ad oggi la tecnologia è sempre più presente e molti di noi sono nati con essa, hanno conosciuto più la facilitazione tecnologica che uno “sporcarsi” le mani e la mente, soprattutto, in cerca del nuovo.
In quest’ottica, è fondamentale che fin dall’inizio che la formazione si presti al corretto bilanciamento delle competenze tecniche ed emotive perché entrambe possano contribuire allo sviluppo sociale e personale dell’individui, proprio perché vadano a contribuire all’evoluzione sociale e non il contrario.
Oltre allo sviluppo delle competenze è fondamentale che queste siano poi applicate fin da subito a contesti sociali reali, a partire da gruppi di lavoro scolastici ma anche attraverso il lavoro in cloud, verso lo sviluppo di progetti pratici e dove, nella chiarezza degli obiettivi finali, sia anche possibile andare ad individuare le caratteristiche personali che porteranno alla determinazione del proprio ruolo nel mondo.
Il confronto continuo fra l’altro porta ad uno sviluppo sociale e culturale più fluido (e con il tempo divulgabile, perché formare e formarsi non dovrebbero mai essere concetti slegati fra loro) e anche da questo punto di vista la tecnologia non deve essere un limite ma un mezzo, purchè utilizzata a fini educativi e di divulgazione su basi scientifiche.
È importante certo, in partenza, che l’individuo sia consapevole ed attivo nella realtà locale, ma riuscire a farlo interagire con contesti globali, non limitando quindi le conoscenze e lo sviluppo (a maggior ragione se parliamo quello scientifico).
A prescindere dallo scopo, l’attivazione della curiosità, il riconoscimento delle attività creative nell’accezione più ampia e tutto ciò che può portare a sviluppare il nuovo individuando punti di vista differenti, se uniti al confronto con realtà altre, può portare ad una vera evoluzione, personale e non solo.


 

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