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Josè Sala

Categories: AIF,Interviste

JOSE’ SALA

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Ceo Corporate&Marketing Communication

Micro e macro interagiscono costantemente generando motivazioni, impegno e partecipazione della persona. Per questi motivi il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre più esperienziale, e il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni.
Quali sono i metodi e gli strumenti a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitivo, organizzazione e persona al fine di arrivare alla giusta comprensione delle dinamiche economiche e industriali, all’uso consapevole della tecnologia e al corretto sviluppo personale?

I metodi sono quelli istintivi che ogni formatore ha di natura. La passione nel trasmettere competenze e interazione sociale con le persone utilizzato empatia e spirito di collaborazione. Gli strumenti possono essere semplicemente un’ottima capacità di linguaggio e di forte orientamento al futuro visto in una prospettiva positiva di unione tra le persone e l’uso consapevole delle nuove tecnologie.

 

La terza rivoluzione industriale, nel 1970, ha segnato la nascita dell’informatica. La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora definita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile identificarne l’atto fondante. La moltiplicazione della complessità è una delle caratteristiche dell’innovazione, per cui di fronte a una tecnologia sempre più amichevole e familiare, ci si confronta con un’incertezza continua che rende complesso identificare il senso e la direzione del cambiamento. Ci avviamo verso un futuro in cui intelligenza artificiale, robotica e persone interagiranno nelle nostre organizzazioni.
In questo contesto quali metodi e strumenti possono essere utilizzati nella formazione professionale per facilitare un inserimento sensato e un uso consapevole di tecnologie abilitanti fondamentali per l’internazionalizzazione e la realizzazione di Industria 4.0?

Gli strumenti saranno quelli informatici senza che si perda l’interazione tra le persone. Gli strumenti sono fini a se stessi, se non si apprende consapevolezza dell’ambiente che ci circonda. Il primo passo sarà capire che cambiamenti tra le persone influiranno sul futuro industriale.

 

I giovani si trovano di fronte a nuove e importanti sfide che prospettano rischi e opportunità. La trasformazione digitale ha portato un cambiamento della natura stessa del lavoro che causerà un inevitabile riassestamento della società. In settori storici stanno scomparendo numerosi posti di lavoro mentre altri segmenti di mercato vivono un momento fiorente sollecitando la continua ricerca di nuove figure professionali. Cambiano di conseguenza le competenze e le abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma rivestiranno altrettanta importanza il pensiero critico e la creatività da impiegare per attività di co-progettazione e co-sperimentazione di prodotti o servizi innovativi.
Quale formazione ritiene utile per supportare l’evoluzione delle organizzazioni e lo sviluppo di nuova occupazione?

Sono convinto che la tecnologia deve essere un supporto alle nuove generazioni e non togliere valore umano. L’andamento lavorativo rispecchia però un’altra realtà. La formazione deve dare nuova creatività e valorizzare la persona con quelle competenze che nessuna macchina può avere e cioè la capacità dell’uomo di creare, inventare e avere una visione d’insieme fatta di infinite possibilità.


 

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