fbpx

Oscar Di Montigny

Categories: AIF,Interviste

diMontigny150   

OSCAR DI MONTIGNY

Direttore Marketing, Comunicazione & Innovazione Banca Mediolanum

Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?

La globalizzazione, la tecnologia, la spasmodica e inarrestabile ricerca dell’innovazione in tutti i settori in cui l’uomo si manifesta ed esprime, uniti alla possibilità di spostarsi con grande facilità, sia fisicamente sia virtualmente, hanno reso il mondo infinitamente più piccolo, mettendo ciascuno di noi nella condizione – forse costrizione – di rivedere i confini del nostro personalissimo Mondo Ordinario per estenderli fino ai confini di un nuovo Mondo Straordinario. In questo orizzonte allargato, il solo e vero unico mondo possibile, la relazione di ciascuno di noi con la vita, con le cose, con le persone, avviene attraverso un ininterrotto processo comunicativo. Questa disciplina, la Comunicazione, si è evoluta fino allo status di vera e propria nuova arte, divenendo una grande opportunità per ciascuno di noi per conoscere e soprattutto per conoscersi, per riflettere interiormente – ciascuno comunicando con sé stesso – e per riflettere esteriormente, come fossimo specchi, attraverso immagini, pensieri, emozioni, sensazioni che, istante dopo istante, ci abitano. Il nostro compito? Restituirle agli altri possibilmente migliori. Bisogna riaffermare il primato della coscienza sulla tecnologia perché solo la coscienza può preservarci dagli effetti di una tecnologia incosciente. Acquisire conoscenza infatti è una cosa, acquisire coscienza è un’altra cosa.

 

Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?

L’atto dell’innovazione, che è tanto di moda in questo periodo storico, in verità altro non è che ciò che troviamo scritto sul dizionario come suo significato: «Cambiare l’ordine prestabilito delle cose per fare cose nuove». ‘Idea’, dunque, è anche sinonimo di ‘innovazione’. Tutto ciò è estremamente rilevante in questo momento storico in cui il cambiamento in corso sta portando con sé i geni di una potente innovazione. Ma un approccio convenzionale all’innovazione non ci porterà da nessuna parte perché, anche per innovare, bisogna saper innovare per primi sé stessi. Cambiare prima il modo di vedere e poi di agire. Innovare non significa altro che continuare a fare le cose sempre meglio di come sono state fatte prima: un miglioramento continuo.

 

La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano. Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?

Per avere successo, per riuscire in qualcosa, per far accadere consapevolmente delle cose, dovremo imparare a praticare un’innovazione infinita: il tentativo perpetuo di creare sempre più valore per tutto e tutti, oltre che per noi stessi. Per riuscire in questo, bisognerà, e bisognerebbe già ora, saper prevedere – che è vedere-prima –, saper profetizzare, proiettando sé stessi nel futuro e tornando indietro con una visione lucidissima ma sempre pronta a essere riadattata allo scenario che ci si pone davanti. Oggi, invece, servono uomini che desiderino fortemente essere determinanti negli accadimenti della vita propria e dell’intera umanità. Siamo definitivamente entrati nell’Epoca delle Relazioni e la convergenza digitale tra tecnologia e relazioni umane sta portando con sé i geni di una dirompente innovazione. Bisognerà re-inventarsi per re-inventare, divenendo parte attiva nella determinazione di un nuovo sistema economico e sociale. La sfida per la nostra generazione, sia come individui sia come istituzioni sia come aziende, è così diventata soprattutto di tipo culturale: avrà successo solo chi saprà anticipare i nuovi mega-trend sociali, tecnologici e di mercato, e chi saprà ripensarsi nella propria singolarità come un eco-sistema fondato sulla condivisione di un Sistema di Valori.


 

Torna all’elenco delle interviste

0