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Valentina Casonato

Categories: AIF,Interviste

VALENTINA CASONATO

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Fondatrice del progetto Experience Academy

Micro e macro interagiscono costantemente generando motivazioni, impegno e partecipazione della persona. Per questi motivi il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre più esperienziale, e il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni.
Quali sono i metodi e gli strumenti a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitivo, organizzazione e persona al fine di arrivare alla giusta comprensione delle dinamiche economiche e industriali, all’uso consapevole della tecnologia e al corretto sviluppo personale?

Nella mia esperienza umana e professionale è sempre esistito un filo conduttore, che si è snodato fin da quando ero giovane, guidandomi a unire una grande passione con i miei obiettivi concreti: il mio profondo amore per i cavalli.
Il desiderio e la decisione di collegare l’esperienza con i cavalli al coaching professionale sono stati la logica conseguenza della mia esperienza decennale nel campo della formazione manageriale e dell’emozione provata nel contatto diretto con l’eccezionale competenza tecnica e la toccante umanità di Monty Roberts, il famoso Horseman e addestratore di cavalli americano, esperto di linguaggio non verbale. Dopo l’incontro con lui, durante il mio viaggio in California nell’agosto del 2015, la determinazione a far conoscere la potenzialità dell’approccio esperienziale con i cavalli si è rafforzata, perché mi sono resa conto che potevo proporre nella realtà aziendale un metodo originale, innovativo e potente, ideale per innescare cambiamenti e atteggiamenti positivi e propositivi, che avrebbero aiutato i manager e le aziende ad affrontare la sconcertante e sempre mutevole realtà dei nuovi mercati.

 

La terza rivoluzione industriale, nel 1970, ha segnato la nascita dell’informatica. La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora definita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile identificarne l’atto fondante. La moltiplicazione della complessità è una delle caratteristiche dell’innovazione, per cui di fronte a una tecnologia sempre più amichevole e familiare, ci si confronta con un’incertezza continua che rende complesso identificare il senso e la direzione del cambiamento. Ci avviamo verso un futuro in cui intelligenza artificiale, robotica e persone interagiranno nelle nostre organizzazioni.
In questo contesto quali metodi e strumenti possono essere utilizzati nella formazione professionale per facilitare un inserimento sensato e un uso consapevole di tecnologie abilitanti fondamentali per l’internazionalizzazione e la realizzazione di Industria 4.0?

Anche se, apparentemente, l’esperienza che si compie in un maneggio può apparire quanto di più lontano dalla realtà virtuale e tecnologica, in realtà il contatto con i cavalli impartisce molti insegnamenti utili alla relazione e alcune competenze indispensabili per la gestione manageriale.
La comunicazione interna ed esterna delle aziende si fonda, infatti, sulla chiarezza delle dinamiche interpersonali, coltivate in seno al gruppo di lavoro.
Avere a che fare con un cavallo insegna a prescindere dal linguaggio verbale e a leggere altri segnali, che spesso vengono trascurati. Con il cavallo non esiste giudizio; non si applica la dicotomia giusto-sbagliato, buono-cattivo, bene-male; semplicemente accade ciò che deve accadere, si è ciò che si è. Da questa consapevolezza si apprendono frammenti di saggezza sul proprio comportamento e si può stabilire se questo comportamento sia funzionale o meno al raggiungimento degli obiettivi, personali e professionali. Vedi come funzioni e puoi decidere se ti va bene o se vuoi cambiare. Il cavallo ti mostra dove ti trovi, senza possibilità di equivoco. Da lì può cominciare la trasformazione.
Un’accentuata consapevolezza di sé e dei propri obiettivi è la solida base su cui fondare un personal branding e un’immagine professionale di successo, indispensabili per costruire la propria identità digitale professionale e l’identità corporate di un’azienda, sia online che offline.
Durante i corsi, rivolti alle aziende che desiderano colmare il divario tra teoria e pratica, la tecnologia viene impiegata sotto forma di ausilio audiovisivo: ogni sessione di lavoro è registrata con una telecamera, perché i partecipanti abbiano modo di rivedere i loro comportamenti e ricevere feedback personali sull’esperienza, volti a favorire il trasferimento nel contesto lavorativo di quanto appreso in maneggio.

 

I giovani si trovano di fronte a nuove e importanti sfide che prospettano rischi e opportunità. La trasformazione digitale ha portato un cambiamento della natura stessa del lavoro che causerà un inevitabile riassestamento della società. In settori storici stanno scomparendo numerosi posti di lavoro mentre altri segmenti di mercato vivono un momento fiorente sollecitando la continua ricerca di nuove figure professionali. Cambiano di conseguenza le competenze e le abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma rivestiranno altrettanta importanza il pensiero critico e la creatività da impiegare per attività di co-progettazione e co-sperimentazione di prodotti o servizi innovativi.
Quale formazione ritiene utile per supportare l’evoluzione delle organizzazioni e lo sviluppo di nuova occupazione?

Ormai è assodato che la componente umana determina la qualità dell’azienda, nel bene e nel male. Quando mi trovo accanto a un cavallo oppure osservo un branco i cui membri interagiscono tra loro provo un senso di pace ed equilibrio, che deriva dalla loro eccezionale capacità di collaborare per il bene del gruppo.
All’interno di un branco di cavalli allo stato brado l’unica finalità perseguita è la sopravvivenza del branco stesso, tutelando e salvaguardando ogni singolo membro. Ogni individuo del gruppo contribuisce al benessere collettivo, individuando i pascoli e le fonti d’acqua, vale a dire le risorse che procurano energia; segnalando i pericoli, al fine di preservare il branco dall’estinzione; proteggendo i puledri e le cavalle gravide per garantire la prosecuzione della specie. I cavalli vivono secondo un ordine sociale basato sui principi di fiducia, lealtà e interesse reciproco.
Quale manager o imprenditore negherebbe che questi siano i principi che devono stare alla base di ogni organizzazione aziendale?
Sono convinta che da questo esempio i giovani possano trarre le migliori e più utili competenze per apportare vantaggi e benessere alle organizzazioni in cui andranno a operare.


 

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