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Alessandra Santilli

Categories: AIF,Interviste

  


ALESSANDRA SANTILLI


Pedagogista e Formatrice
Specializzata in Metodologie Didattiche e Percorsi di Apprendimento
Blog Pedagogiamo
Formatrice in Corsi di Comunicazione, Processo di Selezione e di Formazione nell’ambito della Gestione delle Risorse Umane
Docente in Corsi sul Metodo di Studio rivolti ad Insegnanti di Scuole di ogni ordine e grado

Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
 
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.

Per me, amante della montagna, la parola sentiero non può che evocare pensieri positivi. Ogni volta che mi accingo ad affrontare un nuovo percorso lo faccio con entusiasmo ma, pur pianificandolo a fondo, gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo e sta a me gestirli al meglio. La vita stessa è un percorso in cui si sa da dove si parte, si ha un’idea di dove arrivare ma si ignora ciò che si troverà durante il cammino. Le scelte che ci troveremo a fare, le decisioni che ci troveremo a prendere, le persone che incontreremo, contribuiranno alla nostra formazione aumentando le nostre conoscenze in un flusso di apprendimento continuo. Starà a noi trasmetterle ai nostri discenti nel miglior modo possibile.

 
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.

Riprendendo la metafora del sentiero è proprio ciò che si impara durante il percorso di vita che ognuno di noi intraprende quotidianamente, ad accrescere le nostre competenze. Decidere, qui ed ora, quale sentiero scegliere, quale direzione prendere di fronte ad un bivio oppure come superare un ostacolo è una buona scuola per ampliare le nostre competenze, tasselli fondamentali della nostra esperienza. Attenzione, però, a mantenere la propria onestà intellettuale per evitare il fenomeno della “tuttologia”.
 
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.

Quando, due anni fa, decisi di lasciare un posto fisso in una grande azienda di telecomunicazioni per dedicarmi alla libera professione molte persone storsero il naso perché pensavano che, da sola, sarebbe stato complicato continuare ad essere una formatrice ma io non sono mai stata un “lupo solitario”. Fortunatamente, grazie alla mia naturale propensione alla collaborazione, alla convinzione che condividere conoscenze, competenze e metodologie fosse un’idea vincente, ho avuto modo di stringere delle alleanze professionali durature e di acquisirne, in itinere, di nuove.


 

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