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Catia Conti

Categories: AIF,Interviste

CATIA CONTI

conti catia aif
Psicologa, Formatrice e Coach

L’innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all’interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi? e quali?
L’innovazione sposta limiti e confini del nostro ambiente di vita e di lavoro. Lo fa in modo centripeto, con un movimento che include, dà possibilità nuove, di progresso e di qualità di vita e lo fa in modo centrifugo, frammentando e generando un cambiamento violento che distrugge. La tecnologia e la globalizzazione danno potenza al vortice nel cui centro stanno l’individuo e le organizzazioni cui appartiene, famiglia, azienda, altri gruppi sociali. Il cambiamento in questo panorama è qualcosa di cui l’individuo può sentirsi protagonista attraverso processi di decodifica e interiorizzazione di una gran quantità di stimoli, aspettative e informazioni.

La funzione della formazione è cruciale nel “formare l’azione verso il cambiamento”. Per fare questo ha per prima l’esigenza di cambiare e innovarsi in tante direzioni tra cui:
1. Lavorare sulla “domanda formativa” oltre che sull’”offerta formativa” formando le capacità che sottendono ad una gestione consapevole e responsabile delle competenze individuali;
2. Creare maggiore consapevolezza a tutti i livelli rispetto alla funzione strategica della formazione; strategica per l’azienda che ha bisogno di persone in grado di realizzare la sua missione con competenza e proiezione verso il futuro, strategica per l’individuo che ha bisogno di costruire e custodire il proprio “valore” in modo costante, strategica per la società e la sua crescita collettiva;
3. Sostenere le competenze di gestione del cambiamento a livello individuale e organizzativo creando resilienza, benessere e leadership al fine di promuovere e gestire l’ innovazione;
4. Sfruttare la multicanalità offerta dal digitale in modo creativo e integrato per rendere più accessibile, autonomo e collaborativo il processo di apprendimento.

 

I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di imparare prospettando nuove forme di vita, cioè entità sensienti di cui non possiamo prevedere, né tanto meno guidare, lo sviluppo. Come questo processo di rapido sviluppo tecnologico, che riguarda la produzione dell’intelligenza collettiva si può legare a etica e valorizzazione della cultura nei processi organizzativi aziendali? In che modo la formazione può supportare la persona affinché possa contribuire all’innovazione senza subirla passivamente?
Il concetto di innovazione che preferisco è quello della Jugaad Innovation, l’innovazione che parte dai limiti di un contesto, nel caso di specie quello di paesi in via di sviluppo come l’India, per generare innovazioni in grado di dare valore alla comunità. La Jugaad Innovation è un’innovazione che “fa di più con meno”, che senza cullarsi nel lamento per ciò che non va o non c’è, pensa a come trasformare la realtà in modo sostenibile. E’ un’innovazione che si muove nella logica del cambiamento possibile, in luoghi dove spesso manca l’essenziale ma i miracoli sono possibili attraverso l’ingegno di ogni tipo di persona, dal vasaio, all’ostetrica all’ingegnere, ognuno impegnato a creare valore e innovazione nel proprio ambito di lavoro. La caratteristica più importante della Jugaad Innovation è però il fatto di essere orientata non da valori individualistici, non dal massimo profitto per pochi, ma da valori di solidarietà, dal creare qualcosa per molti. Questa rappresenta per me una strada per un’innovazione etica, per l’uomo e mai sull’uomo.

 

Ieri hai detto domani. Oggi i giovani sono il futuro della nostra società, la crisi e la scarsità di investimenti rischiano di contrapporre la dimensione personale della realizzazione del sé a quella della competitività delle imprese e dei territori. In che maniera la formazione potrà far conciliare questi due estremi enfatizzando i valori strategici dell’impresa con la valorizzazione della persona nella sua essenza? In che modo la formazione può costruire una situazione ideale in azienda generando entusiasmo e partecipazione?
In un’epoca difficile, di grande instabilità ciò che è dovuto ai giovani è in primis un atto di fiducia nelle loro risorse, nella loro flessibilità, nel loro essere diversi e adeguati a fronteggiare un mondo pieno di sfide ma anche di opportunità di essere i protagonisti di un cambiamento profondo della società. Il ruolo della formazione a tutti i livelli è quello prima di tutto di rafforzare la loro resilienza affinché sappiano mantenersi flessibili ma forti, lavorando sul self empowerment, sulle soft skills ma anche su competenze fondamentali quali le abilità linguistiche e tecnologiche che li aiutino in un confronto sempre più globale. Occorre saperne coltivare, e non spegnere, l’ambizione a migliorarsi, a innovare e la capacità di saper costruire e reinventarsi il lavoro ogni giorno, mantenendosi fedeli a se stessi. Per tutti, giovani e meno giovani, la formazione può facilitare il lavoro di costruzione di senso che, rafforzando la leadership personale, aiuta le persone a stare nell’incertezza e nella diversità accogliendo e gestendo i conflitti in modo proattivo.


 

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