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Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.
Sarebbe bello svegliarsi un giorno con la chiara idea della strada da percorrere e raggiungere serenamente la meta, ma credo che il miglior sentiero venga fuori dagli errori che ci hanno tradito e fatto cadere. E’ a quel punto che la via e l’obiettivo iniziano a delinearsi.
E’ importante capire che nessuno ci ha imposto un unico sentiero. Non facciamoci classificare o incanalare in un ruolo, segmento, o rigida mansione. Non si perde di credibilità se ad un certo punto del viaggio diciamo “Ehi senti, io voglio andare a vedere la parte opposta del mondo”.
Per chi opera nel mondo delle risorse umane e della formazione, credo che uno dei percorsi da praticare sia agevolare l’interscambiabilità di ruoli e mansioni della stessa area di riferimento. Si eviteranno così i cali di attenzione e lo stress da routine.
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
Ovidio ne “Le metamorfosi” auspicava un continuo divenire dell’essere umano in forme diverse e aderenti al proprio sentire.
Ritengo che alla consapevolezza si arrivi con la formazione mirata, ma non selettiva. Bisogna riuscire a rimanere ‘curiosi’ senza accucciarsi nella falsa sicurezza del percorso accademico consacrato. Una trans-formazione che arricchisca di competenze trasversali il nostro know-how.
Nella realtà azienda, parlare di mindfullness mi sembra tanto bello quanto ancora utopistico. In Italia non siamo ancora pronti a leggere le risorse umane come individui che necessitano di benessere. Bisogna dunque alzare il tiro, e gestire il personale allentando la sorveglianza per dare spazio alla realizzazione di attitudini e idee diverse.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.
Alleanza come rete, ma anche Sfida. Riuscire a tenere insieme i diversi saperi e codici, in una visione sfaccettata, che includa tutti i modelli di reti possibili per una inesauribile ricchezza di competenze.
Come possiamo introdurre al meglio la ‘generazione z’ in questo panorama mozzafiato e complesso? A mio avviso con l’esempio. E se li vedremo combattere per il loro obiettivo senza cedere alle vie brevi, allora avremo vinto.
Mi piace chiudere citando un autore che nel mio personale sentiero mi è sempre rimasto accanto.
“… Chi siamo noi, se non una combinatoria di esperienze, informazioni, immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili”. (Italo Calvino, “Lezioni Americane”).
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.
Ritengo che alla consapevolezza si arrivi con la formazione mirata, ma non selettiva. Bisogna riuscire a rimanere ‘curiosi’ senza accucciarsi nella falsa sicurezza del percorso accademico consacrato. Una trans-formazione che arricchisca di competenze trasversali il nostro know-how.
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.