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Fabio Palombi

Categories: AIF,Interviste

FABIO PALOMBI

Palombi fabio
Vice Presidente Vicario
Associazione Nazionale Disaster Manager

L’innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all’interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi? e quali?
Credo che nell’ambito della formazione l’innovazione tecnologica abbia consentito di migliorare le strategie didattiche adattandole ad una fruizione molto più ampia e libera, consentendo una diffusione su larga scala della formazione a tutti i livelli.

 

I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di imparare prospettando nuove forme di vita, cioè entità sensienti di cui non possiamo prevedere, né tanto meno guidare, lo sviluppo. Come questo processo di rapido sviluppo tecnologico, che riguarda la produzione dell’intelligenza collettiva si può legare a etica e valorizzazione della cultura nei processi organizzativi aziendali? In che modo la formazione può supportare la persona affinché possa contribuire all’innovazione senza subirla passivamente?
Il ruolo della persona nell’innovazione tecnologica è insostituibile e inalienabile. La formazione, nel supporto dei soggetti deputati al progresso tecnologico, dovrà essere esercitata sempre più massicciamente sui valori del saper essere, proprio perché tale azione dovrà sostenere il delicato ruolo di contribuire all’innovazione senza diventarne parte soggetta.

 

Ieri hai detto domani. Oggi i giovani sono il futuro della nostra società, la crisi e la scarsità di investimenti rischiano di contrapporre la dimensione personale della realizzazione del sé a quella della competitività delle imprese e dei territori. In che maniera la formazione potrà far conciliare questi due estremi enfatizzando i valori strategici dell’impresa con la valorizzazione della persona nella sua essenza? In che modo la formazione può costruire una situazione ideale in azienda generando entusiasmo e partecipazione?
Su questo punto non credo che il ruolo della formazione possa essere strategico e conciliante. Prima che la formazione possa garantire questo obiettivo occorrerà che il mondo delle imprese si faccia carico di valorizzare il ruolo del lavoratore (persona), rendendolo partecipe e coinvolto nei processi di competitività. Se questa azione di coinvolgimento non sarà concreta non sono personalmente sicuro che la formazione possa concorrere al miglioramento della partecipazione e dell’entusiasmo nelle aziende.

 

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