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Maura Di Mauro

Categories: AIF,Interviste

MAURA DI MAURO

Di Mauro Maura
Intercultural Trainer, Consultant & Coach

L’innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all’interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi? e quali?
Imprese di diverso tipologia e che operano in diversi settori lavorano sempre più a distanza: ovvero le persone collaborano e svolgono alcune attività pur non essendo presenti nello stesso spazio geografico. Talvolta essendo ai capi opposti del mondo. Talvolta perché lo smart working è una modalità sempre più in uso, soprattutto in quelle imprese improntate al benessere e al welfare aziendale, o dove il contributo innovativo e l’engagement individuale ai risultati prodotti sono più importanti della presenza fisica. Lavorare a distanza, anche in team, è oggi possibile, e sempre più frequente, grazie alle possibilità che le nuove tecnologie ci offrono. Oltre alle piattaforme aziendali, piattaforme informatiche quali skype, voodo, zoom, gotomeeting, CEvent, etc. consentono di organizzare audio e video-conference call con più persone, ovvero organizzare riunioni a distanza in cui prendere delle decisioni, condividere informazioni e documenti, discutere alcuni temi, lavorare insieme ad alcuni progetti. Tali strumenti consentono anche di organizzare sessioni di formazione a distanza, in particolare in modalità webinar, oggi sempre più diffuse in diversi contesti.
I principali cambiamenti da realizzare sono sicuramente cambiamenti di tipo tecnologico: ovvero dotarsi di strumenti tecnologici che consentano l’interattività e l’interconnessione a distanza. Talvolta nelle aziende ci sono problemi connessi alla privacy o security, per cui banalmente non è possibile scaricare e usare skype. Sono inoltre necessari cambiamenti di tipo mentale, o di approccio al lavoro, per cui questi strumenti devono essere modalità di lavorare e svolgere attività che vengono concepite come un normale modus operandis, alternativo al vis-a-vis e agli incontri, con il vantaggio della riduzione dei costi, almeno di viaggio, e al fatto che le persone possano partecipare anche se connesse e non presenti fisicamente.
Soprattutto su contenuti standardizzati, in cui l’obiettivo della formazione è far apprendere degli schemi o delle operazioni routinarie e attese, il webinar può avere una grande applicazione e consente di raggiungere audience ampie, anche fino a 500 persone dislocate in diverse parti del mondo. Consente la condivisione di schermate, di slide, l’interazione con diverso grado dei partecipanti tra gli speakers e i partecipanti, la condivisione di immagini così come di video.
I maggiori elementi di positività sono a mio avviso la possibilità di sconfinare barriere geografiche e la possibilità di connessione ed interazione tra diverse persone dislocate in diversi luoghi. Implica anche un maggior approccio cooperativo ed una maggiore fiducia a collaborare, condividere informazioni ed interagire con persone anche mai incontrate vis-a-vis. Occorre tuttavia non sottostimare le diversità culturali che nonostante la riduzione delle distanze esistono, e hanno la loro influenza anche nell’organizzazione o nelle aspettative verso come gestire una video-conference call.

 

I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di imparare prospettando nuove forme di vita, cioè entità sensienti di cui non possiamo prevedere, né tanto meno guidare, lo sviluppo. Come questo processo di rapido sviluppo tecnologico, che riguarda la produzione dell’intelligenza collettiva si può legare a etica e valorizzazione della cultura nei processi organizzativi aziendali? In che modo la formazione può supportare la persona affinché possa contribuire all’innovazione senza subirla passivamente?
L’innovazione è possibile laddove si prendono in considerazione idee o prospettive precedentemente non considerate, uno sguardo eclettico sul mondo guidato dalla curiosità; e laddove esiste una propensione all’apprendimento e allo sviluppo continuo. La formazione può lavorare sullo sviluppo di alcuni atteggiamenti: chi innova generalmente non si limita nei propri processi creativi, ovvero non giudica negativamente le proprie idee, ma anzi, è in grado di crederci e di valorizzarle. Inoltre la formazione può consentire e supportare l’innovazione garantendo processi di apprendimento continuo, quindi ponendo le condizioni per un life long learning; così come facendosi garante di una formazione orientata all’applicazione, alla risoluzione di problemi, all’innovazione stessa. La formazione all’innovazione può essere un contenuto della formazione, rintracciando i processi di innovazione del passato, così come del presente, per ripercorrerne i meccanismi facilitanti. Può inoltre essere concepita non come detentrice dei contenuti, ma come facilitazione dei processi innovativi: ovvero il formatore facilitatore può disegnare e condurre un workshop in cui persone con diverso background formativo e diverse prospettive sono messi insieme a generare idee. Questa modalità è sempre più usata anche nei laboratori di start-up ed innovazione.
Credo che l’etica sia molto legata in questo caso al riconoscimento dato a chi ha portato innovazione. Anche perché da questo dipenderà la motivazione successiva a contribuire ulteriormente con nuove idee.

 

Ieri hai detto domani. Oggi i giovani sono il futuro della nostra società, la crisi e la scarsità di investimenti rischiano di contrapporre la dimensione personale della realizzazione del sé a quella della competitività delle imprese e dei territori. In che maniera la formazione potrà far conciliare questi due estremi enfatizzando i valori strategici dell’impresa con la valorizzazione della persona nella sua essenza? In che modo la formazione può costruire una situazione ideale in azienda generando entusiasmo e partecipazione?
Credo che la formazione possa avere un ruolo nell’integrare diverse generazioni. L’Italia è un paese per vecchi (citando un film). E l’unico modo per non disconnettere giovani e senior e non disaffezionare ulteriormente i giovani dal nostro paese è quello di creare delle opportunità di passaggio di conoscenze ed esperienze tra senior e giovani. E al tempo stesso fare in modo che i giovani stimolino i senior nell’apertura verso, e nella scoperta delle potenzialità delle nuove tecnologie, o di un’altra visione del mondo. La formazione è tale inoltre, quando le persone si divertono ed imparano facendo. Formazione d’aula integrata a formazione a distanza e a modalità di formazione quali tutoring, project work, learning by doing o action learning, ed in cui i fruitori della formazione siano anche i decisori dei propri contenuti e percorsi formativi.


 

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