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Nicoletta Todesco

Categories: AIF,Interviste


NICOLETTA TODESCO


Mi occupo dal 1995 di formazione, di sviluppo di risorse umane. Da eclettica iper attiva nella mia attività, rivolgo l’attenzione a diverse aree: formazione aziendale e manageriale, formazione per un pubblico privato,
coaching personali e aziendali (life e business), partecipazione a grandi eventi condividendo il palco con persone importanti, pubblicazione di libri, pubblicazione di dvd e percorsi formativi.

Quest’anno la riflessione che vorremmo proporre riguarda il nostro lavoro quotidiano e più nello specifico tre parole:
 
La prima parola è sentiero, inteso come percorso quotidiano di sviluppo e conoscenza.

In questi giorni ci stiamo rendendo conto di quanto tutto possa mutare in modo veloce, di quanto sia importante scoprire o riscoprire all’interno di noi stessi quelle risorse per poter vivere nel modo più sereno possibile la turbolenza esterna.

Se ne sta parlando costantemente, ogni trasmissione ha oramai un unico grande focus, io vorrei in questo momento chiederti di fare una pausa, anche solo per un istante.

Vorrei portarti a fermarti un attimo e sospendere almeno durante questa lettura il pensiero costante che va a quanto sta accadendo, alle notizie, vere o false che siano, al dolore che si sta provando, all’incertezza per il domani, al senso di impotenza e di limitata libertà che ci attanaglia… Per descrivere tutto questo si sono già spese tante parole, e continueranno a spendersene.

Quello che ci circonda esiste, è una realtà che ci sta condizionando in toto, che crea di certo scombussolamenti, cambi importanti di modi di vivere, incertezza…
Questo è ciò che già sai, questo è già qualcosa che è, semplicemente è.

 
La seconda chiave è il qui ed ora, la consapevolezza, intesa come conoscenza delle proprie competenze.

Il mio intento ora è quello di poterti supportare nel concreto, al di là di ciò che già conosci, donandoti qualche piccolo strumento per ritrovare un pochino di ben-essere interno.

Perché ci sono persone che riescono a reagire, in condizioni molto simili, in modo positivo e costruttivo, altre persone che invece sprofondano negli abissi della paura.

E’ naturale ora vi sia paura: siamo in fondo esseri animali e nel mondo animale gli studiosi sanno benissimo che quando una gazzella avverte il pericolo derivante dal possibile attacco di un predatore, le gazzelle dello stesso branco pur essendo lontane, respirano lo stesso pericolo e iniziano a scappare. Questo è prova di come si sia tutti in modo intenso interconnessi, e quindi in questo momento vi sia un’energia di paura generalizzata.
Come andare oltre la paura?

Ecco qualche semplice consiglio:
1. accogli la paura, fa parte di te, è un’emozione che prima va accolta, per potersi poi disciogliere in uno spazio più grande.
Ti pongo una domanda: qual è il contrario della paura?
La maggior parte delle persone risponde solitamente coraggio, (dal latino coratĭcum o anche cor habeo, aggettivo derivante dalla parola composta cŏr, cŏrdis ‘cuore’ e dal verbo habere ‘avere’: avere cuore) in realtà l’antitesi del coraggio è l’amore.
Si dice siano due le emozioni primarie dell’essere umano: appunto la paura e il coraggio.
Quindi il modo migliore per andare oltre la paura è proprio quello di accoglierla in un campo più vasto, dove vivono emozioni d’amore, amore per se stessi, amore per chi ci sta vicino, amore per un’opera, amore per un libro… Esistono infinite forme di amore.
La paura abbassa la nostra vibrazione, la paura ci indebolisce sia a livello emotivo, e di conseguenza, come con causa, anche a livello fisico.

2. Pensa alla tua postura quando hai paura: come ti muovi? Come cammini? Che pensieri alimentano la tua mente? E invece quando provi un sentimento di connessione, di amore, quali sono i tuoi movimenti, com’è la tua postura? C’è una differenza abissale.
In questi giorni di forzata sosta casalinga, hai comunque la libertà di muovere il corpo: è importante muovere il corpo, anche dondolarlo di qua e di là. Questo da un messaggio di libertà all’inconscio: anche in una situazione di immobilismo esterno, io ho comunque la possibilità di movimento, sono libero di muovere il mio corpo.

3. Hai mai visto qualche film dove c’era King Kong e lui doveva andare all’attacco. Anche Tarzan lo faceva.
Ricordi un gesto che li contraddistingueva?

Quel picchiettare i pugni sullo sterno. Fermati un attimo, guarda il disegno sopra, e trova quei punti nel tuo corpo, li individuerai facilmente andando un po’ alla ricerca, perché sentirai quasi pungere, una sorta di lieve dolore. Lì secondo agopuntura cinese risiede l’emozione della paura: la natura è assolutamente perfetta nella sua consapevolezza. Ecco perché il gorilla fa quel gesto: per stemperare lo stato di paura.

Agire sul corpo aiuta la mente a tranquillizzarsi.

Perché mente e corpo sono uniti in modo intenso. Infatti se ti chiedessi di immaginare un limone, di prendere in mano il limone, di tagliarlo in due parti, di prenderne metà in bocca e di sentirne il sapore del succo, sono certa che inizierai a salivare in modo più intenso.
Significa che la sola visualizzazione creata dalla mente porta una reazione nel corpo, per lo stesso principio, lavorando sul corpo, possiamo agire sulle emozioni.

Stimola quel punto, picchiettandolo, massaggiandolo, pronunciando questa frase: “Anche se in questo momento provo …. (e qui scrivi il sentimento o la sensazione che provi), amo e accolgo questo sentimento”, e fai un respiro profondo di rilascio.

Poi continuando a picchiettare, pronuncia questa seconda frase:
“Anche se in questo momento provo…… , accolgo come mi sento e lascio andare questa emozione”
Altro respiro profondo.

E di nuovo “Amo e accolgo me stesso anche nel provare ……, e sostituisco questa sensazione con….” Scegli tu un emozione.
Queste frasi puoi tranquillamente modificarle, adattandole al momento e a ciò che stai vivendo. Le parole chiave da dire sempre sono quelle in neretto.

4. Le parole creano una vibrazione positiva: il vocabolario della trasformazione.
Le parole hanno una vibrazione e un’ impatto emotivo molto forte, perché dialogano nel profondo con la nostra mente animica, con la parte più nascosta e più incontrollabile.

Sentire costantemente certi media che parlano di “Guerra”, e… evito di citare tutte le altre parole, di certo aiuta molto poco.
Pensa se io ti dicessi: spero di essere puntuale. La parola spero di certo non ti dona sicurezza, anzi ti fa già quasi intendere che ci sia una forte probabilità che possa non essere puntuale.

“Senza conoscere la forza delle parole, è impossibile conoscere gli uomini.” Confucio

In base a come utilizziamo i termini linguistici, creiamo, forgiamo e diamo un senso alle nostre esperienze ed emozioni. Le parole hanno una loro forza intrinseca: esiste un vocabolario della trasformazione. Controllando e ampliando il vocabolario, aumentiamo la possibilità di provare una più ampia gamma di emozioni.

Le persone provano sensazioni simili ma le vivono in modo diverso a seconda delle etichette emotive che vengono utilizzate per definirle. Per esempio, in relazione a ciò che sta accadendo in questo momento, una persona può sentirsi impaurita, terrorizzata, ansiosa ,mentre l’altra solo confusa, un’altra ancora depressa.

Queste parole si traducono in una forte differenza sul piano delle nostre sensazioni e, cambiando le sensazioni, cambiano i comportamenti.

Tutte le sensazioni che proviamo, vengono filtrate dal cervello che conferisce loro un significato. Il significato che si attribuisce a un’esperienza diventa realtà, a prescindere dall’esattezza del significato stesso che abbiamo attribuito. Nel tempo, il ricordo verrà affidato all’etichetta emotiva che gli abbiamo assegnato per descriverlo.

Infatti, il veicolo per esprimere un concetto e un’emozione è quello delle parole.
E le parole sono utilizzate sia per comunicare con gli altri che con noi stessi.
Le parole sono etichette: vanno oltre l’esperienza che stiamo vivendo e la determinano.

Quante parole esistono e quante se ne utilizzano?

Pensiamo all’inglese. Secondo un’enciclopedia americana, la Compton’s Encyclopedia, il totale delle parole della lingua anglosassone ammonta a circa 750.000. Mediamente di queste ne vengono utilizzate dalle 500 alle 2000, cioè lo 0,5 per cento delle parole disponibili!

Nella lingua inglese ci sono più di 3000 parole che descrivono le emozioni, di cui 1051 per le positive e 2286 per quelle negative. (Roget’s Thesaurus). Le parole negative sono quasi il doppio di quelle positive! Immagina le implicazioni e le ripercussioni che questo ha sulla nostra vita.

Il significato che attribuiamo alla nostra esperienza diventa la nostra stessa esperienza.

Ecco qualche passaggio per ridurre l’intensità delle emozioni negative:
“Scrivi tre parole che usi abitualmente in questi giorni e che intensificano le sensazioni e le emozioni negative.
Poi cerca delle parole ed espressioni alternative che abbiano minore intensità.

Per esempio:
vecchia parola preoccupato — nuova parola in cerca di chiarimento,
vecchia parola depresso — nuova parola un po’ giù, frustrato, demotivato
vecchia parola sopraffatto — nuova parola richiesto su più fronti, ricco di opportunità
vecchia parola solo — nuova parola in compagnia di me stesso

Utilizza lo stesso procedimento per aumentare l’intensità delle emozioni positive.
Scrivi tre parole che usi abitualmente e che intensificano le sensazioni e le emozioni positive.
Poi trova delle parole ed espressioni alternative che esaltino le sensazioni positive.

Per esempio:
vecchia parola bene — nuova parola positivo
vecchia parola carino — nuova parola delizioso, incredibile
vecchia parola fiducioso — nuova parola connesso e aperto
vecchia parola fortunato — nuova parola privilegiato, grato, benedetto

Fallo con più termini possibili, amplia il tuo vocabolario in modo che tu possa avere più etichette emotive.”

Hanno fatto molte ricerche sull’importanza della parola e la modificazione molecolare dell’acqua: lo scienziato giapponese, Masaru Emoto, si è dedicato allo studio dell’acqua congelandola e studiandone la cristallizzazione.

Prima di congelarla a -5 gradi centigradi per esaminare i cristalli, ha sottoposto piccole particelle d’acqua a messaggi di vario tipo: musica, voci (parole), messaggi scritti su etichetta posta sul contenitore dell’acqua stessa. Tre ore dopo, mettendo i cristalli sotto la lente del microscopio a spettro oscuro con capacità fotografiche, ottenne risultati stupefacenti: l’acqua si era cristallizzata dando forme incredibilmente diverse e suggestive a seconda del messaggio che le era stato trasmesso. Il messaggio ne aveva alterato la struttura molecolare.

Concluse quindi che le vibrazioni energetiche umane, siano esse pensieri, parole, idee, musica, colpiscono la struttura molecolare dell’acqua, modificandola.
Infatti si tratta di una sostanza molto malleabile: la sua forma fisica si adatta facilmente all’ambiente circostante, così l’energia o le vibrazioni dell’ambiente, i suoni, le immagini, i colori, le parole ne modificano la forma molecolare. Notò inoltre come i cristalli d’acqua variassero anche a seconda della provenienza dell’acqua stessa: rubinetto, fiume, mare, fognatura.

Considerato che l’uomo per il 70% è costituito da acqua, che le cellule umane sono composte da acqua, così come il nostro pianeta è in predominanza formato da acqua, pensa che implicazioni ha tutto ciò!

Le parole che utilizzi per parlare a te stesso, sono talmente incisive da comportare una trasformazione nel tuo corpo, così come le parole che ti vengono dette.
Con la recente popolarità della terapia musicale, Masaru Emoto decise di verificare gli effetti della musica sulla struttura dell’acqua: mise dell’acqua distillata tra due altoparlanti per molte ore e poi fotografò i cristalli che si formarono dopo il congelamento.

Dopo avere visto come l’acqua reagisce a diverse condizioni ambientali, inquinamento e musica, Masaru Emoto e colleghi decisero di vedere come i pensieri e le parole colpiscano la formazione dei cristalli dell’acqua distillata non trattata, usando parole dattilografate sulla carta da un elaboratore di testi e attaccate con un nastro adesivo sulle bottiglie di vetro per tutta la notte. L’acqua fu congelata e poi fotografata. Fu impressionante quanto i cristalli con parole positive, fossero stupendi, mentre quelli che riportavano parole negative, fossero deformi e imbruttiti.

In questo periodo, prendi qualche foglietto e dissemina la casa di parole, frasi, emozioni positive. Ti potrai stupire come potrà cambiare la vibrazione delle tue emozioni e delle tue sensazioni.

 
Infine il cardine su cui si svolge la nostra vita, anche professionale, l’alleanza.

In questo periodo in cui tanti rapporti sono diventati forzatamente virtuali, sempre più si è compreso quanto si sia interconnessi e quanto sia importante avere e creare rapporti solidi, uniti e fluidi.

E’ come se fossimo immersi in un tutto: tante goccioline appartenenti allo stesso mare.
Ed ‘ qui che si riscopre l’abbondanza che si può generare attraverso il reciproco aiuto, il condividere competenze, vissuti, esperienze, valori, contatti, esperienze.

Come puoi aumentare ancora di più le connessioni con collaboratori, colleghi, responsabili, volte all’aiuto e al raggiungimento di un condiviso Ben- essere?

Ecco a te, caro lettore, hai tanti spunti, tante piccole e semplici strategie per poter trovare in te quelle risorse sottili a cui non sempre si riesce ad accedere. I momenti più “particolari” possono aiutarti a trovare la motivazione e le modalità per attingere all’immensità che è in te!!!


 

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